Fissare un tetto al prezzo dell'energia elettrica prodotta da fonti diverse dal gas per ricavarne risorse con cui ammortizzare i costi delle bollette. Sarebbe questo, secondo indiscrezioni confermate da più fonti, il punto centrale della proposta contenuta in un documento non ufficiale, un cosiddetto 'non paper', che la Commissione Ue intenderebbe presentare ai ministri dell'energia dei 27.
L'Ue, afferma Fitch, "ha una strategia credibile per mitigare gli effetti peggiori di uno stop alle importazioni di gas dalla Russia nel 2023, subordinata però a rapidi aggiustamenti dell'equilibrio tra offerta e domanda" ed è quindi in grado di "resistere alla crisi del gas russo" anche "se non senza dolore". Secondo Fitch, il "processo di aggiustamento peserà sull'economia e sulle aziende dell'Eurozona in modo meno severo di alcune stime preliminari fatte sul mercato". In uno scenario di flussi al 20% per il 2022 e di stop nel 2023, Fitch stima un effetto negativo sul Pil Ue dell'1,5-2%, del 3% sulla Germania e del 2,5% sull'Italia.
Rinunciare completamente al gas russo "non è una cosa che faremmo noi, non credo che sarebbe molto responsabile". Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, come riporta Dpa. Scholz ha però aggiunto che la Germania è preparata nel caso sia invece Mosca a chiudere i rubinetti. "Anche se le cose si fanno molto strette, probabilmente riusciremo lo stesso a superare l'inverno", ha detto Scholz. Una rinuncia attiva al gas russo sarebbe tuttavia al momento inutile. Il cancelliere è poi tornato sui vari progetti energetici alternativi tedeschi: i nuovi terminal Gnl ma anche la collaborazione con Paesi come Spagna, Portogallo e Francia