Il testamento di Silvio Berlusconi che assegna il controllo di Fininvest a Marina e Piersilvio e ne assicura così la continuità, sommate alle parole del figlio, che ha escluso categoricamente la vendita il Mfe-Mediaset, fa venir meno del tutto l'appeal speculativo che aveva smosso il gruppo televisivo in Borsa alla morte del fondatore.
Le azioni Mfe, che non hanno di fatto reagito alla diffusione delle ultime volontà di Berlusconi, proseguono in linea col resto del listino e perdono l'1,2% nella versione A e lo 0,4% nella B, che assicura 10 diritti di voto per ciascun titolo. Trascurata anche Mondadori, in calo dello 0,2 per cento. Equita nella nota mattutina parla di "continuità nella gestione di Mfe" e dell'ormai ridotto "appeal speculativo sul titolo".
Piuttosto "Il fatto che la nuova proprietà non sia esposta in politica potrebbe facilitare operazioni di M&A, fra le quali potrebbe accelerare il dossier Rai Way - Ei Towers". La società di investimento rileva poi che, come ha osservato il ceo di Mfe, Piersilvio Berlusconi, le barriere strumentali poste su Prosieben in Germania e in Italia non ci sono più. Gli analisti tornano ora a guardare soprattutto alle prospettive del gruppo televisivo e in particolare considerano positivo il fatto che la pubblicità in Italia e Spagna possa risultare sostanzialmente stabile e non in rallentamento. I risultati del secondo trimestre si conosceranno il prossimo 1 agosto.
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