Ai tassisti le norme per far fronte alla carenza di auto bianche nelle città non sono andate giù. Il no secco al cumulo delle licenze è stato unanime, con una parte dei rappresentanti sindacali che è arrivata a minacciare lo sciopero se il decreto non fosse cambiato. E così il testo in Consiglio dei ministri è stato modificato. Diversamente da quanto contenuto nella bozza è stata esclusa l'ipotesi di cumulabilità delle licenze definitive in capo allo stesso soggetto. Il concorso straordinario per ottenerle sarà quindi aperto a nuovi operatori. E si agita anche il fronte delle compagnie aeree, a cui non va giù la misura per calmierare i prezzi dei voli da e per le isole. Perché secondo Aicalf, l'associazione che riunisce le compagnie low cost, "crea un pericoloso precedente". Mentre per Assaereo e Ibar, che rappresentano rispettivamente i vettori italiani (tra cui Ita Airways) e quelli che operano in Italia, si tratta di misure in contrasto con le norme europee e che arrivano - l'accusa al governo - "in assenza di un preventivo confronto". Sottolineatura, quest'ultima, che non è sfuggita al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha spiegato al contrario come le principali associazioni del trasporto aereo siano state convocate lo scorso 20 luglio dal Garante per la sorveglianza dei prezzi.
E in quell'occasione, precisa il Mimit, "il ministro Adolfo Urso annunciò ai presenti che era in via di definizione un intervento normativo". Sul fronte taxi, per quanto riguarda le licenze definitive, le modifiche intervenute in Cdm consentiranno a città metropolitane, capoluoghi e Comuni sede di aeroporti internazionali di bandire un concorso straordinario aperto a nuovi operatori, sino a un incremento del 20% rispetto alle licenze esistenti. Cadrebbe così in questo caso la cumulabilità osteggiata dai tassisti. Altro oggetto del contendere è quello delle licenze temporanee. Qui il provvedimento dispone il rilascio da parte dei Comuni, in via sperimentale, a titolo gratuito o oneroso, di licenze aggiuntive per far fronte a uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi, come ad esempio il Giubileo, o ai flussi turistici. Queste licenze avranno una durata non superiore a dodici mesi, prorogabili fino a un periodo massimo di 24 mesi. Il decreto indica che possono essere rilasciate esclusivamente in favore dei soggetti già titolari di licenze, che possono affidarle a terzi anche a titolo oneroso o gestirle in proprio. Se il decreto non fosse cambiato, aveva avvertito Unica Cgil, la risposta sarebbe stata la mobilitazione e lo sciopero generale. Netta anche la posizione di Ugl taxi sul cumulo delle licenze: "Se passa il concetto che un tassista può avere due o più licenze non va bene. E' un cavallo di Troia" che potrebbe aprire la strada - si spiega - a modelli come quello americano dove i lavoratori vengono sfruttati dalle multinazionali. Sulla stessa linea Federtaxi Cisal, secondo cui il rischio è di innescare "meccanismi di speculazione che non intendiamo avallare".
Fronte caldo anche sul caro voli. Nel mirino delle compagnie aeree c'è la stretta sugli algoritmi che determinano i prezzi. La fissazione dinamica delle tariffe aeree, in base al tempo della prenotazione, viene vietata ad alcune condizioni: se è applicata su rotte nazionali di collegamento con le isole; se avviene durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità; se conduce a un prezzo di vendita del biglietto, o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo. Secondo Aicalf "ogni tentativo di restringere gli spazi di libero mercato, oltre a essere in contrasto con la normativa europea, non potrà che avere effetti negativi". Mentre Assaereo e Ibar ricordano come il settore "operi in un contesto generale di mercato libero e deregolamentato". Le misure del decreto riaccendono anche il fronte Alitalia: Anpac e Anpav hanno espresso "preoccupazione" per la norma che "proroga fino a ottobre 2024 la cassa integrazione per i lavoratori ancora in attesa di ricollocazione al lavoro", definendo "inaccettabile l'introduzione di tetti in valore assoluto alla prestazione". Tra i provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri anche l'esclusione del settore dell'autotrasporto merci dalle competenze dell'Autorità di regolazione dei trasporti, con la conseguente soppressione del contributo annuale da parte degli autotrasportatori per venire incontro alla crisi del comparto.
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