Nuovo passo avanti a Bruxelles sul Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia. Il Consiglio Ue, riunito per gli Affari Generali, ha dato via libera alle modifiche apportate agli obiettivi legati alla richiesta della quarta rata dei fondi del Recovery. La revisione ha coinvolto dieci misure su ventisette e, a inizio luglio, si era resa necessaria soprattutto per dilazionare l'obiettivo, contenuto nella terza tranche e a quel tempo non raggiunto, del potenziamento dell'offerta degli alloggi universitari. Il sì di Bruxelles permette al governo di poter fare richiesta per i 16,5 miliardi della quarta tranche, in attesa del - ben più complesso - via libera alla riforma complessiva del piano. Le due revisioni "mirano effettivamente a evitare il rischio di ritardi", ha sottolineato la Commissione Ue. Dopo il lungo stallo primaverile, sembra insomma che Bruxelles e Roma abbiano trovato una quadra. Nel secondo report annuale pubblicato da Palazzo Berlaymont sull'attuazione dei Pnrr nei 27 Paesi, il giudizio dell'Ue appare più severo.
"L'attuazione del Pnrr è in corso, ma con un rischio crescente di ritardi", si legge. Tuttavia, hanno precisato da Palazzo Berlaymont, l'allarme lanciato dal documento fa riferimento al periodo di luglio, ovvero precedentemente ai passi avanti fatti sulla terza e quarta rata e alla presentazione della revisione generale del Piano con il capitolo Repower. "Attendiamo di ricevere la quarta richiesta di pagamento dell'Italia. La Commissione adotterà presto la decisione finale sull'esborso" della terza attraverso una procedura di comitatologia", hanno aggiunto dall'esecutivo Ue rimarcando due punti: il lavoro con le autorità italiane "procede a stretto contatto ed è proficuo" e l'Italia "finora ha rispettato il calendario del piano".
L'obiettivo del governo è incassare i 35 miliardi della terza e quarta rata entro l'anno. Entro dicembre, in teoria, dovrebbe arrivare anche la richiesta della quinta rata di pagamenti: ma qui i tempi sono destinati a slittare anche perché gli obiettivi legati alla rata sono pienamente coinvolti nella maxi-revisione del Piano operata dall'Italia. Nel frattempo il passo avanti sulla quarta rata, giunto in tempi piuttosto rapidi, fa tirare un sospiro di sollievo a tutta la maggioranza di governo. Il sì dell'Ue alle modifiche "sono la migliore prova che l'Italia può gestire in maniera efficiente le risorse europee, per dare impulso all'attuazione del Piano e rilanciare crescita, produttività e occupazione nel nostro Paese", ha sottolineato il ministro per gli Affari Ue, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto, a Bruxelles per il Consiglio Affari generali e per alcuni incontri che ha tenuto all'Eurocamera nel pomeriggio. Anche per la task force guidata da Celine Gauer si prospetta una corsa contro il tempo: l'Ue dovrà infatti valutare e eventualmente approvare entro il 2023 - superato il quale i fondi del Recovery, in termini di regolamento, non sono più disponibili - i nuovi Pnrr proposti dagli Stati membri. Al momento, si legge nelle report annuale, "l'attuazione dei piani è saldamente in corso". Al primo settembre, secondo la relazione, la Commissione ha ricevuto 31 richieste di pagamento da 19 Stati membri e ha erogato un importo totale di 153,4 miliardi di euro, inclusi i 56,6 miliardi di euro di prefinanziamenti del Recovery concessi a 21 Stati membri fino al 31 dicembre 2021. E sullo stato dell'implementazione il documento snocciola alcuni dati: oltre 6 milioni di persone hanno partecipato a corsi di istruzione e formazione finanziati dal Recovery, 1,4 milioni di aziende hanno ricevuto sostegno, 5,8 milioni di persone hanno beneficiato di misure di protezione contro i disastri legati al clima, come inondazioni e incendi, e 22 milioni di megawatt di consumo energetico sono stati risparmiati proprio grazie all'attuazione dei Pnrr degli Stati membri.
"L'attuazione del Pnrr italiano è in corso, ma con un rischio crescente di ritardi. L'Italia ha presentato tre richieste di pagamento, che corrispondono a 151 tappe e obiettivi del piano e e che comportano un esborso complessivo di 42 miliardi di euro (riferito alle prime due richieste di pagamento presentate)". E' quanto si legge nel capitolo dedicato all'Italia del secondo report annuale Ue sull'attuazione del Recovery Fund. "Procedere rapidamente con l'attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del Recovery in vigore fino al 2026", si legge nel documento.
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