Economia

'In Italia quasi 900mila lavoratori domestici, serve bonus'

Le proposte di intervento di Nuova collaborazione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 04 DIC - Nel 2022, l'Italia ha registrato un totale di 894mila lavoratori domestici, tra cui 429mila badanti e 465mila colf. (dati Inps). Parte da questi dati il primo Osservatorio "Il potenziale del lavoro domestico - Proposte di intervento" di Nuova Collaborazione (Associazione nazionale datori di lavoro domestico) realizzato dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi con l'obiettivo di esplorare il ruolo e l'evoluzione del lavoro domestico nel contesto socioeconomico italiano.
    Lo studio dimostra quanto il lavoro di cura - perno del "Sistema Famiglia" - non sia realmente supportato da adeguate politiche e agevolazioni fiscali con un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti. La ricerca mostra infatti che il 35% delle famiglie sarebbe costretto a diminuire o cessare l'attività lavorativa in assenza di colf, badanti e baby-sitter, una percentuale che sale al 50% tra le famiglie a basso reddito, i cui membri in molti casi svolgono attività lavorative meno flessibili come gestione dell'orario.
    L'85% delle famiglie dovrebbe ridurre l'impegno lavorativo senza un baby-sitter, mentre più della metà non potrebbe impiegare un membro della famiglia senza una badante. Le proposte di Nuova collaborazione, spiegano il presidente Alfredo Savia, Presidente di Nuova Collaborazione e Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi.. sono ben precise: "la prima, di intervento fiscale rivolto a lavoratori baby sitter e badanti, gestito direttamente da INPS; la seconda applicabile anche ai lavoratori colf: uno 'zainetto' di crediti fiscali, grazie al quale nell'arco della vita le famiglie e gli individui potrebbero accedere a beni e servizi che assolvono la missione inclusiva più di quanto non possano fare oggi e grazie al quale si potrebbero avere più impiego di lavoro domestico in chiaro, ma anche più assicurazioni sanitarie e long term care, oppure più spese di formazione continua." (ANSA).
   

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