Economia

Tim, il governo autorizza la vendita della rete a Kkr

'C'è quadro certo della supervisione strategica dello Stato'

Redazione Ansa

Il Governo dà il via libera alla vendita di Netco al fondo Usa Kkr, esercitando il Golden Power e accettando gli impegni presentati dalla società. "Si delinea - afferma Palazzo Chigi - un quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato": "Un passo avanti importante", tutto procede "secondo le tempistiche annunciate".

Sul fronte Tim intanto si lavora alla governance: si è riunito il Comitato nomine e ora il Cda dovrebbe dare il via alla procedura che porterà alla definizione di una lista di candidati e alla proposta, che l'assemblea dovrà votare il 23 aprile, di un cda più snello, ridotto da 15 a 9 componenti.

Il via libera con prescrizioni da parte del Governo italiano alla vendita della rete ha nuovamente sollevato i malumori dell'opposizione e risvegliato le preoccupazioni dei sindacati. "Vogliamo sapere se fra le garanzie degli interessi strategici nazionali ci sono anche quelle sulla tenuta occupazionale", chiedono Cgil e Slc Cgil, cogliendo così l'occasione per rimettere sul tavolo il tema degli ammortizzatori. Sul fronte politico dal M5S arrivano le critiche più forti: "La nuova società che deterrà la rete vedrà lo Stato italiano messo all'angolo con uno striminzito 20% - ha dicihiarato il deputato Marco Pellegrini - Siamo di fronte a una catastrofica ritirata".

"Vengano in Aula a spiegare", chiedono invece il senatore dell'Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni e Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. Il ministro Giancarlo Giorgetti tira dritto per la sua strada: "Le operazioni che abbiamo avviato, dal Monte dei Paschi a operazioni anche molto complesse come la Netco di Tim, hanno registrato ampia soddisfazione" tra gli investitori internazionali. "Sono i primi step di un piano - ha spiegato - che noi confermiamo molto ambizioso. Ma dalla nostra abbiamo un governo stabile, una maggioranza forte che probabilmente è un unicum in Europa. E questo tutti l'hanno appurato e valutato".

Palazzo Chigi da parte sua ribadisce che l'operazione di acquisizione di NetCo, in cui in una seconda fase saranno coinvolti sia il Mef che F2i, è stata fatta "a tutela dell'interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione". La delibera del Consiglio dei ministri "recepisce gli impegni che le parti hanno assunto a cominciare dalla creazione dell'organizzazione di sicurezza, dalla nomina del preposto di cittadinanza italiana, dalla competenza esclusiva su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici, dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione, e dal monitoraggio".

Gli impegni sono una dozzina, e Palazzo Chigi li sintetizza così: "Si prevede un ruolo del Governo nella definizione delle scelte strategiche (di Netco, ndr) e vengono assicurati tutti i presidi essenziali e garantita la supervisione allo Stato di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete e dei relativi asset". "Si tratta di impegni ritenuti dal Governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell'operazione", precisa Tim, che ora deve aspettare il via libera dell'Antitrust europeo.

Nell'attesa si guarda, come 'cartina di tornasole' sulla linea che la Ue potrebbe tenere, all'operazione di consolidamento tra il gruppo francese di telecomunicazioni Orange e il rivale spagnolo MasMovil. E secondo indiscrezioni sarebbe pronto un via libera condizionato.  

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