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Quaranta: 'I miei 40 anni nella fabbrica dell'acciaio'

Taranto per lui non ha segreti. "Apprezzo la gestione privata"

Giancarlo Quaranta

Redazione Ansa

"Quarant'anni di vita condivisi con la comunità siderurgica non sono pochi. La mia avventura nasce con la storica Italsider". Giancarlo Quaranta, neonominato commissario straordinario per Acciaierie d'Italia, parla così della sua esperienza in un post pubblicato su Linkedin e torna sul tema lo scorso due gennaio: "2 gennaio 1984: il mio primo giorno di lavoro in Italsider (stabilimento di Taranto). Con oggi sono trascorsi 40 anni". Direttore della divisione tecnica ed operativa dell'Ilva in amministrazione straordinaria, per lui - racconta chi lo ha incontrato sul lavoro - l'acciaieria di Taranto non ha segreti, è forse il più grande conoscitore dello stabilimento, conosciuto da tutti, stimato.

Corsi e ricorsi, ricorda della storia Italsider "in un periodo oramai caratterizzato da turbolenze finanziarie, da piani di intervento governativo, da vari cambi di assetto societario, attuati nella speranza (o presunzione) che portassero stabilità e redditività all'azienda. Così, da insuccesso ad insuccesso, maturò la decisione di privatizzare l'azienda". E da lì, con il passaggio dal pubblico al privato, in "una realtà gestionale prima a me ignota: concreta, dura, fortemente orientata al risultato, estremamente coinvolgente sul piano della responsabilità personale", ricorda "tante sfide proposte, tante sfide raccolte ed, incredibilmente, tanti risultati positivi consuntivati". "La differenza tra i due modelli gestionali? Il coinvolgimento di tutti, dal bottom al top e viceversa, il top che stringe la mano al bottom e si complimenta con lui per i suggerimenti dati, il bottom che ringrazia il top che ha reso concreti i suoi suggerimenti rendendo così il suo lavoro meno pesante e più performante. Continuo tutt'oggi - sottolinea - ad apprezzare la filosofia gestionale dell'imprenditoria italiana privata, capace di mantenere viva e solida l'industria siderurgica nazionale… per il bene economico e sociale del Paese". Sempre su Linkedin ricorda gli anni a Taranto "con crescente responsabilità" e "soprattutto" nel rapporto con "tante persone (imprenditori, dirigenti, dipendenti)" con cui è arrivato ad "acquisire la conoscenza della gestione della 'fabbrica che produce l'acciaio'" ed in 40 anni "le molteplici mutazioni gestionali" fino all'amministrazione straordinaria". "In tanti sono impegnati a trovare la soluzione definitiva alle tante criticità sociali, produttive, finanziarie e ambientali di questa storica fabbrica", sottolinea, ricordando la parabola buddista "dei ciechi e dell'elefante". E dice: "La morale della parabola è che gli 'esperti', spesso, hanno la tendenza a rivendicare la verità assoluta sulla base delle loro esperienze limitate e soggettive, ignorando spesso il punto di vista di altre persone che può essere più pertinente". "Con l'inizio del 2024 - ha scritto a inizio gennaio - auguro alla 'fabbrica' di ritrovare vigore e donare benessere ai suoi dipendenti ed ai contesti territoriali che la ospitano con i suoi stabilimenti".

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