Stellantis e i sindacati metalmeccanici torinesi hanno siglato un accordo per l'uscita volontaria incentivata di 1.520 lavoratori occupati in 21 società del gruppo presenti sul territorio, su un bacino di circa 12.000 addetti complessivi.
Lo fa sapere la Uilm di Torino. In dettaglio sono previste 733 uscite incentivate nelle strutture centrali (impiegati e quadri) e 300 uscite alle Carrozzerie di Mirafiori.
"I confronti tenuti negli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Pratola Serra hanno visto l'azienda comunicare 2.510 esuberi: Torino 1.560, Cassino 850 (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e Pratola Serra 100 esuberi. Questi esuberi peseranno gravemente anche sulle aziende della filiera della componentistica.
L'accordo sindacale sulle uscite incentivate in Stellantis, che non è stato firmato dalla Fiom, è un macigno sul piano di incontri convocati dal Ministro Adolfo Urso del Mimit con i sindacati, le Regioni e le imprese". Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità che sostengono che si tratta di "un piano per spegnere il lavoro" e chiedono alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni di convocare il Ceo del Gruppo, Carlos Tavares.
"La situazione negli stabilimenti di Stellantis in Italia è in netto peggioramento: a Mirafiori continua l'utilizzo degli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione sulla 500 Bev e il contratto di solidarietà sulla linea della Maserati e in tutti gli altri siti aumenta la cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori. Inoltre, sembra che Leapmotor abbia deciso di allocare la produzione della city car elettrica in Polonia e non a Torino. Tutta la narrazione dell'amministratore delegato Tavares sulla centralità dell'Italia per Stellantis è smentita dalle scelte concrete. La realtà vera è rappresentata da un programmato e drammatico disimpegno della multinazionale dal nostro Paese. Stellantis vuole incentivi per l'acquisto di auto elettriche, finanziamenti pubblici per l'efficientamento degli stabilimenti, agevolazioni per i costi energetici senza prendere alcun impegno, senza prevedere nessun nuovo modello, nessun investimento sullo sviluppo di ricerca e sviluppo, nessuna garanzia per gli stabilimenti che, intanto, vengono svuotati con le uscite incentivate". "Siamo ad una situazione di non ritorno che deve vedere tutte le organizzazioni sindacali, insieme alle lavoratrici e lavoratori - affermano i due sindacalisti Fiom - contrastare le strategie di un'azienda che più che una stella diventa un buco nero. Valuteremo le iniziative da intraprendere confrontandoci con tutte le organizzazioni sindacali e le lavoratrici e i lavoratori, ad ogni livello nazionale o di stabilimento, per informare e manifestare la nostra contrarietà alle scelte aziendali".
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