Dopo Pasqua oltre agli appuntamenti dei conti pubblici e a quelli politici in vista del voto europeo di inizio giugno la maggioranza di Governo sarà impegnata anche su un altro fronte: la tornata delle nomine nelle partecipate.
Messe in archivio quelle dello scorso anno (Enel, Eni, Terna), che vedevano in prima fila gli asset più importanti della finanza a maggioranza statale restano comunque poltrone importanti da assegnare: tra queste certamente quelle per i consigli d'amministrazione di Cdp, Ferrovie dello Stato e Rai.
Di valenza strategica anche le cariche in Anas, che recentemente ha concluso un contratto di programma con il ministero delle Infrastrutture da 44 miliardi.
Quest'anno inoltre il giro di nomine toccherà anche una serie di società sia a diretto controllo del Mef come Sogei, ma anche Cinecittà, Gse e Invimit, sia di numerose aziende controllate indirettamente attraverso le capogruppo (tra le tante Open Fiber, tra le 5 partecipate indirettamente da Cdp con gli organi in scadenza): in tutto si tratta, stando a un dossier del Servizio per il controllo Parlamentare della Camera circolato all'inizio dell'anno di 63 board, di cui 48 di secondo livello.
Per Cdp, che giovedì prossimo approverà il progetto di bilancio da parte degli amministratori, la partita coinvolge anche le Fondazioni. Gli enti sono azionisti di minoranza dopo il Mef e, per statuto, esprimono il presidente mentre la maggioranza del cda e l'ad sono di nomina governativa. Per la presidenza il parere degli enti di origine bancaria sembra indirizzato a confermare Giovanni Gorno Tempini. Un ricambio al posto dell'attuale amministratore delegato Dario Scannapieco potrebbe essere invece più probabile anche se l'equilibrio all'interno delle forze di governo e la volontà di non posticipare al dopo voto le scelte potrebbero portare ad una sua riconferma. Così come per l'a.d. di Ferrovie, Luigi Ferraris, per molti in vista di una conferma mentre per altri viene visto in uscita a favore di Stefano Donnarumma, uno dei manager di maggior peso rimasto escluso dalle precedenti tornate di nomine.
In questo caso, più che in altri, un indirizzo per competenza sarà indicato dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che dovrà scegliere d'accordo con il Mef e ovviamente con la presidente del Consiglio. Per la tv pubblica si dovrebbe profilare una staffetta tra l'attuale Ad Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi. Ma il condizionale è sempre d'obbligo vista l'attenzione che viene data da sempre alle nomine nell'azienda televisiva e a cascata sui vari canali e programmi. Mentre per la presidenza sarebbe al momento quello di Simona Agnes il nome in pole position, attuale consigliere della Rai (in quota Fi).