Economia

Rifiatano i mercati, 'meglio il Parlamento francese diviso'

Rn senza maggioranza assoluta. Bene Milano e Parigi, spread giù

PIAZZA AFFARI A MILANO

Redazione Ansa

 Sospiro di sollievo sui mercati dopo l'esito del voto francese: la vittoria dell'estrema destra di Marine Le Pen non è strabordata in trionfo e le probabilità di conseguire la maggioranza assoluta in Parlamento al secondo turno si riducono, in vista degli accordi di desistenza tra la sinistra del Nuovo fronte popolare e i macronisti.
   

La prospettiva di un Parlamento bloccato dalle divisioni viene giudicata il 'male minore' rispetto allo scenario di politiche economiche espansive destabilizzanti, sia della destra che della sinistra, anche se l'elevato tasso di incertezza sull'esito dei ballottaggi promette di proiettare sugli schermi dei trader massicce dosi di volatilità in vista del voto del 7 luglio. A rianimarsi, nel frattempo, sono stati un po' tutti i mercati - Borse, obbligazioni, euro - con in testa i listini di Parigi e Milano, dove sono rimbalzate le banche e i titoli di Stato, bersagliati dalle vendite dopo la decisione del presidente Emmanuel Macron di indire elezioni anticipate.
  

  "Un parlamento bloccato è lontano dall'essere politicamente ideale, ma non è necessariamente il risultato più sfavorevole per il mercato", il commento di Peter Goves, capo della ricerca sul debito sovrano dei Pesi sviluppati di Mfs. Anche per Filippo Diodovich, senior market strategist di Ig Italia, "la principale ragione" del rimbalzo è da imputare al fatto che "sono diminuite le probabilità" di una maggioranza assoluta del Rassemblement National e "sono aumentate quelle per un 'hung parliament' che potrebbe portare a un governo tecnico".


    Milano (+1,7%) e Parigi (+1,1%) hanno tirato la volata a Madrid (+1%), staccando Francoforte (+0,3%) e Londra (+0,03%), mentre lo spread tra Oat e Bund è sceso di 7 punti base, a quota 150, e quello tra il Btp e i decennali tedeschi ha ceduto quasi 6 punti punti, a 74. I segnali incoraggianti arrivati dall'inflazione tedesca, scesa a giugno al 2,2%, dal 2,4% di maggio, non sono bastati a rilanciare le obbligazioni, i cui rendimenti hanno ripreso a salire (il Btp è arrivato al 4,1% e il Bund al 2,6%), complici anche le quotazioni in ascesa di Donald Trump dopo il primo confronto tv con Joe Biden.
   

L'iniziale sollievo per il mancato sfondamento della destra francese è stato in parte offuscato dalla consapevolezza che il quadro resta complesso. "L'incertezza è elevata" e "l'esito finale è ancora sconosciuto e inconoscibile, con un gran numero di contese a tre che complicano le cose", rileva ancora Goves mentre Vincent Juvyns, global market strategist di Jp Morgan Asset Management, si dice "un po' sorpreso della reazione del mercato", definita "chiaramente prematura data la bassa visibilità per la prossima settimana" e alla luce di politiche fiscali di entrambi gli schieramenti "destabilizzanti per l'economia francese e per le prospettive del debito". 
   

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