Economia

Esperto, 'su tassa super ricchi poche idee in ordine sparso'

Giurista Bevilacqua, meglio misure proattive a sostegno economia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 LUG - "Al di là delle 'pertinenziali' buone intenzioni sociali che caratterizzano ogni summit internazionale, anche questo è' stato caratterizzato da molti proclami e poche idee 'coagulabili' nelle eterogenee realtà economico-sociali rappresentate al G7 in Brasile" Questo il giudizio di Nunzio Bevilacqua giurista d'impresa ed esperto di economia internazionale in merito alle discussioni avvenute al summit nel paese sudamericano.
    "Quando si parla, in ordine sparso, di tassazione delle super ricchezze - sottolinea - si dovrebbe innanzitutto distinguere tra quella, prioritaria, delle società la quale dovrebbe avere un 'minimum' per far sì che lo Stato in questione goda di una certa 'affidabilità' nella Comunità Internazionale ed eviti dei comportamenti che, andando oltre un 'delta' di libertà nella scelta Paese, sconfinino in decisioni distorsive dei mercati internazionali; per le ricchezze delle persone fisiche".
    "Al contrario - rileva - non potendo palesemente esserci una 'utopistica redistribuzione mondiale' residua, al suo posto, una discrezionale 'scelta sociale' del Paese nell'attuare la misura a fini, si auspicherebbe, non politicamente 'punitivi ' ma redistributivi interni ed ovviamente in modo preponderante per quegli Stati che necessitino - come ad esempio il Brasile - di interventi sociali su vasta scala per attenuare le rilevanti sperequazioni sociali".
    L'esperto di economia suggerisce quindi di "agire chiedendo, pro-attivamente, un maggiore reinvestimento nel Paese di localizzazione, in funzione di conversione della maggiore tassazione; anche per i super ricchi, tema assolutamente di sovranità Statale, si potrebbe richiedere una maggiore partecipazione ad attività nell'economia reale, non diventando 'repellenti' per le grandi ricchezze individuali ma al tempo stesso evitando una totale immobilizzazione di patrimoni e predisponendo delle ricadute positive sui territori".
    E conclude "prima di avere la pretesa di voler affrontare a livello mondiale tematiche chiaramente non realizzabili collettivamente, incidendole magari in memorandum che preservino, a futura memoria, le buone intenzioni in ordine sparso, si dovrebbe iniziare, Stato per Stato, a creare sistemi fiscali interni - agendo in primis verso i rispettivi super-ricchi nazionali - più equi e dar prova che già internamente si da luogo a redistribuzione, con il 'coraggio sovrano' di attingere anche a persone che all'interno del proprio Paese, per la loro 'potenza economica', potrebbero avere una qualche influenza elettorale". (ANSA).
   

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