(ANSA) - TORINO, 19 SET - Le imprese dell'aftermarket
automobilistico non temono il passaggio all'elettrificazione del
settore. Solo il 5%, infatti, si sta riconvertendo
all'elettrico, anche perché, dopo il 2035 le auto a motore
endotermico potranno continuare a circolare garantendo lavoro
per almeno un ulteriore decennio.
L'indagine - presentata a Torino - traccia l'identikit della
filiera, composta da quasi 29 mila imprese, prevalentemente a
conduzione familiare, che operano nella produzione e nella
vendita di ricambi di auto. Un comparto che vale 28,1 miliardi
di euro, fattura il 46,4% all'estero e occupa quasi 400 mila
persone. Al Nord si concentra oltre il 70% del valore di questo
settore, trainato dalla Lombardia (28,6%). Per quest'anno il 41%
delle imprese del settore prevede una crescita del fatturato e
il 27% stima un aumento della forza lavoro.
"Il rilievo economico dell'aftermarket emerge ancora di più
in termini di comparazione con altre filiere: il suo valore
aggiunto è quasi pari al settore dell'agricoltura e tre volte il
settore della farmaceutica", sottolinea Giuseppe Molinari,
presidente del Centro Studi Tagliacarne e della Camere di
commercio di Modena. "Il comparto dell'aftermarket sembra avere
dinamiche diverse: da un lato può mantenere le strategie
correnti, prevedendo un mercato stabile per diversi anni, ma
come tutto il settore industriale, è chiamato comunque a
evolversi e a investire in digitale e tecnologie green" spiega
Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino.
"L'aftermarket intercetta più lentamente rispetto alla
componentistica di primo impianto i cambiamenti che stanno
avvenendo nella filiera industriale dell'automotive, essendo
legato all'evoluzione del parco circolante" afferma Gianmarco
Giorda, direttore generale di Anfia. (ANSA).
Ricambi auto, imprese non temono il passaggio all'elettrico
Centro Studi Tagliacarne, 4 aziende su 10 stimano aumenti ricavi