(ANSA) - ROMA, 01 OTT - "Nei giorni scorsi l'amministratore
delegato di Poste Italiane ha comunicato che l'azienda nel 2026
potrebbe non concorrere alla procedura di gara per il rinnovo
del Servizio Universale. Se così fosse, il management si dovrà
prendere la responsabilità di cambiare profondamente la natura
dell'azienda, che tradirebbe la sua mission in nome del
profitto, trasformandosi in un soggetto prettamente finanziario,
con conseguenze fortemente impattanti sui lavoratori e sulla
vita di milioni di cittadini".
"Vorremmo capire quanto valgono le rassicurazioni che la
Presidente Meloni aveva dato agli italiani affermando che Poste
Italiane è e resterà un avamposto dello Stato", sottolineano i
due dirigenti sindacali: "Continuiamo ad esprimere la nostra
totale contrarietà nei confronti del progetto di dismissione del
patrimonio pubblico, e ribadiamo a gran voce che il ruolo
sociale che Poste Italiane ricopre va difeso con ogni mezzo,
nell'interesse delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche
nell'interesse di tutte le cittadine e di tutti i cittadini"
(ANSA).
Cgil, 'Poste tradirà sua mission se stop al servizio universale'
"Ruolo sociale che va difeso, no alla privatizzazione"