Economia

Attesa per l'Eurogruppo, faro su competitività e banche

Psb, Paesi ancora al lavoro nella definizione dei piani

Giorgetti a Bruxelles

Redazione Ansa

Mentre in Italia il dibattito sulle tasse non accenna a placarsi, il ministro Giancarlo Giorgetti si prepara al confronto con gli omologhi europei a Lussemburgo all'inizio della settimana. Nella cornice dell'Eurogruppo di oggi  i riflettori saranno ancora una volta puntati sulla competitività dell'economia continentale al centro del maxi-report dell'ex premier Mario Draghi. E se all'Ecofin, il giorno successivo, si darà spazio al rompicapo dell'utilizzo degli asset congelati russi per sostenere l'Ucraina, sullo sfondo restano la sfida per la competitività del sistema bancario e la prova dei piani pluriennali di spesa (Psb) per il rientro del debito a cui i Paesi sono chiamati a rispondere sotto l'egida delle nuove regole del Patto di stabilità.


    All'ordine del giorno dei ministri del club dell'euro la competitività passa dalla necessità di facilitare l'accesso ai mercati dei capitali per le Pmi. L'obiettivo dichiarato è quello di adottare una dichiarazione congiunta entro fine anno, seguendo la rotta indicata dal rapporto Draghi. Un dossier cruciale che tocca tutti i settori economici, con la sfida commerciale aperta con Pechino sui dazi che aggiunge ulteriore pressione. Il leit motiv della competitività si estende anche alle banche con Francia, Germania e Italia che nei giorni scorsi hanno inviato una lettera a Bruxelles chiedendo di non avviare nuove iniziative regolamentari per concentrarsi invece nel garantire slancio al settore. Una discussione sugli extra-profitti utilizzati dagli istituti europei "non è" invece sull'agenda dell'Ecofin e, secondo fonti europee, non lo sarà neppure in un futuro prossimo.

    La partita dei Psb è invece pronta a entrare nel vivo. Roma dovrebbe recapitare il suo piano entro il 15 ottobre, allo scoccare anche del termine per la presentazione del documento programmatico di bilancio con le linee guida della manovra. I governi Ue sono ancora indietro nella definizione delle loro traiettorie di aggiustamento dei conti pubblici: finora Palazzo Berlaymont ha ricevuto soltanto i documenti di Danimarca e Malta. Per gli otto Paesi in disavanzo eccessivo - Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Romania, oltre alla stessa Malta - a un certo punto scatterà la tagliola del rientro del deficit. E, senza la possibile estensione dei piani dai 4 ai 7 anni, la stretta nel 2025 potrebbe essere dolorosa.

    Nella premessa al Psb, Giorgetti parla di una politica "prudente ma realistica". Molto si punta sugli incentivi alla natalità, mentre diventano strutturali il taglio del cuneo fiscale e il sistema Irpef a tre aliquote. Le previsioni parlano di un deficit sotto il 2% nel 2029 e di un debito che inizierà a scendere da un massimo del 137,8% nel 2026 sotto il 130% nel 2035.
    Tra le sorvegliate speciali c'è anche Parigi: il neo premier Michel Barnier si trova dinanzi all'impervio compito di approvare la manovra 2025 con conti pubblici che versano in una condizione ritenuta "gravissima" e il dilemma di un'imposta "eccezionale" su imprese e contribuenti più ricchi. 

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