(ANSA) - ROMA, 06 OTT - Sono in calo le opere pubbliche
incompiute in Italia: dopo anni di sostanziale stabilità, il
numero è calato significativamente, passando dai 365 del 2022 ai
266 del 2023, con una riduzione pari al 37%. A evidenziarlo è
Centro Studi Enti Locali che ha elaborato i dati pubblicati
dalle singole regioni, che restituiscono la situazione al 31
dicembre 2023.
Diminuito significativamente anche l'importo complessivo degli
interventi aggiornato all'ultimo quadro economico delle opere
censite, il cui valore attuale si attesta intorno a 1,6
miliardi, contro i 2,3 dell'anno precedente. Meno significativa,
ma comunque rilevante, anche la diminuzione dell'importo
complessivo degli oneri per l'ultimazione dei lavori, passati
dagli 1,4 miliardi del 2022 agli attuali 1,1 miliardi.
Per opere incompiute, sottolinea Veronica Potenza autrice della
ricerca, si intendono lavori il cui termine contrattualmente
previsto per l'ultimazione è passato e che sono rimasti in
stallo per problemi come mancanza di fondi, cause tecniche,
sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge,
fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo
dell'impresa appaltatrice, risoluzione o recesso dal contratto e
mancato interesse al completamento da parte della stazione
appaltante, dell'ente aggiudicatore o di altro soggetto
aggiudicatore.
In linea con gli anni precedenti, i lavori incompiuti sono
prevalentemente concentrati nel Mezzogiorno. Le stazioni
appaltanti delle 266 opere incompiute coincidono nel 64% dei
casi con delle amministrazioni pubbliche del sud e delle isole
(171). Per completarle serviranno più di 600 milioni di euro.
Le opere incompiute localizzate nelle regioni del centro Italia
sono 52, esattamente come l'anno precedente, mentre quelle nel
nord del Paese sono passate da 40 a 37. (ANSA).
Meno opere pubbliche incompiute, ma a fine 2023 ancora 266
Centro Studi Enti Locali, la maggior parte al Sud e nelle isole