Economia

Tavares: "In Italia costi eccessivi". Scontro alla Camera

Schlein: "Segnali di disimpegno". Calenda: "Non un euro senza piano"

Redazione Ansa

La 'prima' di Carlos Tavares in Parlamento non è stata affatto facile. Il confronto è stato duro con toni molto accesi. Le forze di maggioranza e quelle dell'opposizione hanno accusato l'amministratore delegato di Stellantis di non avere spiegato come intenda invertire il declino industriale dell'automotive nel nostro Paese e di continuare a battere cassa. Lo avevano invitato per parlare dei volumi produttivi in calo in Italia, della cassa integrazione nelle fabbriche, del calo delle immatricolazioni, degli impegni futuri.

Il manager, che ha parlato in inglese davanti alle commissioni Attività Produttive della Camera e Industria del Senato, ha ribadito, in modo pacato, che il gruppo non lascerà l'Italia e non venderà siti. Alla politica ha chiesto maggiore spirito collaborativo.

"In Italia i costi sono troppo alti, quello dell'energia per esempio è il doppio che in Spagna. Dovete spiegarmi come si fa a gestire questo problema" ha detto Tavares che nel 2026 lascerà Stellantis e ha appena avviato una vera rivoluzione nel management a livello di brand e di territori. Nessuna intenzione di vendere Maserati e conferma del piano per la Gigafactory di Termoli con i tempi rivisti. "Ci aspettavamo molto di più da questa audizione. Siamo molto preoccupati della situazione di Stellantis in Italia e condividiamo le ragioni dello sciopero del 18 ottobre", commenta la leader del Pd Elly Schlein.

"Tavares è venuto qui a fare un sacco di chiacchiere da cui l'unica certezza è che il milione di auto sbandierate non esiste più. Esiste un milione di clienti ma li dobbiamo trovare noi con gli incentivi. Quello che ha detto è datemi i soldi. È un ricatto inaccettabile. Non vedranno un euro fino a quando non ci danno un piano con i numeri scritti", osserva il leader di Azione Carlo Calenda, protagonista di un battibecco con Tavares per "la mancata condivisione di alcune slides sul piano industriale".

Anche il presidente del M5S Giuseppe Conte definisce l'intervento "insoddisfacente e deficitario dal punto di vista degli interessi dei cittadini italiani", accusa Tavares di non avere "alcuna prospettiva concreta per i lavoratori e chiede ad Elkann "di venire in Parlamento a chiarire quanto fatto da Stellantis". "Sento da parte vostra rabbia, un certo livore. Lo stesso atteggiamento che hanno i lavoratori. E' una situazione molto difficile", replica Tavares che sull'accusa di chiedere ancora soldi dopo gli incentivi finanziati dal governo spiega: "Noi non chiediamo soldi per noi. Chiediamo aiuto per i vostri cittadini perché possano permettersi di comprare i veicoli elettrici. Il sostegno di cui parliamo serve a rendere accessibili questi modelli".

L'amministratore delegato di Stellantis giudica "molto importante aver avuto l'opportunità di dialogare con i rappresentanti del Parlamento italiano. C'è bisogno di un dialogo franco fra tutti gli attori, rispettoso e trasparente e sono certo che lo stiamo costruendo tutti con serietà e impegno. Per questo sono ansioso di continuare il confronto avviato oggi in Italia". Delusi anche i sindacati che considerano rafforzate le ragioni dello sciopero generale nazionale dell'automotive con manifestazione a Roma, proclamato da Fim, Fiom e Uim per il 18 ottobre. Le tre organizzazioni non hanno voluto vedere Tavares che aveva proposto un incontro e il manager si è confrontato soltanto con Fismic, Ugl e Associazioni Quadri, anche loro in sciopero il 18. Nell'incontro l'amministratore delegato ha parlato di anticipo alla fine del 2025 della produzione della 500 ibrida a Mirafiori prevista per il 2026.

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