(ANSA) - TRIESTE, 06 NOV - Confindustria Friuli Venezia
Giulia esprime netta contrarietà rispetto alle nuove
disposizioni contenute nel Ddl Bilancio 2025 che prevedono la
presenza di rappresentanti del Mef negli organismi societari dei
soggetti che ricevono contributi pubblici, anche indiretti,
sopra i 100mila euro. Lo si legge in una nota diffusa poco fa.
Secondo il presidente, Pierluigi Zamò, tale previsione
normativa «parte dal presupposto che le aziende utilizzino in
modo improprio i fondi pubblici e che necessitino, pertanto, di
un controllo da parte di un soggetto esterno. Questa misura -
spiega Zamò - ha il non invidiabile primato di delegittimare in
primis il ruolo degli imprenditori e, implicitamente, anche
quello dei dottori commercialisti e dei revisori contabili già
inseriti nei collegi sindacali».
Secondo il Ddl Bilancio 2025, la ratio di tali disposizioni
«sarebbe quella di garantire una maggiore efficienza e un
migliore impiego della spesa pubblica, favorendone così
un'allocazione più efficace. Ciò nonostante, l'imposizione di un
sindaco o revisore di nomina ministeriale - aggiunge Zamò - è
una misura che non solo appare eccessivamente restrittiva, se
non addirittura intrusiva delle dinamiche di impresa ma denota,
cosa a nostro avviso, se possibile, ancor più grave, un
atteggiamento di chiara sfiducia verso le imprese. Non da ultimo
- dice ancora il presidente - le disposizioni "dimenticano" che
le principali norme di incentivazione sono già soggette a forme
di monitoraggio che spesso comportano oneri significativi a
carico degli stessi imprenditori.
L'obiettivo dichiarato dal Governo di migliorare l'efficienza
della spesa pubblica non giustifica, in alcun modo,
l'introduzione di quest'ulteriore e sproporzionata forma di
controllo sulle imprese e - chiosa Zamò - va assolutamente
eliminata». (ANSA).
Confindustria Fvg, inaccettabile uomo Mef in organismi societari
Ipotesi intrusiva. Disposizione contenuta nel Ddl Bilancio 2025