(ANSA) - ROMA, 15 NOV - Dal 2013 al 2020 le Regioni italiane
hanno riportato 22,6 miliardi di danni causati da frane e
alluvioni (gli unici rischi ambientali legati agli eventi
climatici estremi per cui esistono dati in Italia), per una
media di circa 2,8 miliardi di euro l'anno. La Regione che ha
registrato più danni nel periodo di tempo preso in
considerazione è stata l'Emilia-Romagna, seguita da Veneto,
Campania, Toscana e Liguria.
Come spiega nel rapporto Alessandro Trigila di Ispra, oltre
alla naturale propensione del nostro territorio al dissesto
ambientale (legata alle sue caratteristiche morfologiche,
geologiche, geografiche e sismiche), si aggiunge il fatto che
l'Italia è un Paese fortemente antropizzato. Il risultato è che,
secondo i dati raccolti da Ispra, il 93,9% dei comuni italiani
comprende aree soggette al dissesto idrogeologico. Oggi 1,3
milioni di abitanti vivono in zone a rischio frane, mentre 6,8
milioni risultano minacciati dalle alluvioni, ed entrambi i
fenomeni sono aggravati dai cambiamenti climatici.
Dal 2013 al 2020, sono stati trasferiti alle Regioni per
risanare il territorio 2,3 miliardi di euro, pari solamente al
10% dei danni causati da alluvioni e frane messe insieme. Anche
sommando a questa cifra il contributo arrivato al nostro Paese
dal Fondo di Solidarietà Europeo, le misure di compensazione
economica arrivano solo 2,8 miliardi in otto anni.
Dal 2013 al 2020, sono stati investiti in prevenzione 4,5
miliardi di euro, una cifra in crescita ma non ancora
sufficiente per coprire i bisogni del Paese. Anche le
assicurazioni contro gli eventi estremi restano una rarità: nel
2024, l'83,8% delle polizze esistenti non prevede ancora alcuna
estensione per il rischio di catastrofi naturali e solo il 10%
permette di assicurarsi contro il rischio di alluvione. (ANSA).
Greenpeace, 2,8 miliardi all'anno per frane e alluvioni
Dal 2013 al 2020 22,6 miliardi di euro di danni complessivi