(ANSA) - SALERNO, 15 NOV - Retribuzioni basse per i
dipendenti del pubblico impiego. Secondo uno studio Bigda per il
sindacato Flp presentato in anteprima al convegno in corso a
Salerno, gli impiegati non dirigenti della P.
Secondo un'elaborazione Flp, presentata sempre questa
mattina, le retribuzioni medie della Pubblica amministrazione
italiana si fermano a 1.000 euro sotto la media Ue. Nonostante
un aumento del 23% in 10 anni, gli stipendi della P.a del nostro
Paese non sono al passo con quelli del resto d'Europa: 1.978
euro per i dipendenti italiani contro i 2.973 euro dei colleghi
stranieri. Un gap che, secondo Flp, dovrà essere colmato
rinnovando i contratti nazionali, senza più rinvii e dilazioni e
garantendo il rilancio della contrattazione integrativa che deve
essere adeguatamente finanziata, liberandola dai vincoli
dell'inaccettabile normativa sui tetti predeterminati ai Fondi
delle amministrazioni.
La fotografia della pubblica amministrazione emersa dal
convegno, è comunque ancora a tinte fosche. Continua infatti
l'esodo verso le regioni del Nord, con il Sud che vede sempre
più ridursi la sua forza lavoro: Campania fanalino di coda
d'Italia, con 192.000 dipendenti assunti in altre regioni.
"Quello che osserviamo è frutto di un mix negativo, fatto di
ripetuti e caotici interventi legislativi che, unitamente al
blocco della contrattazione, durato per circa 10 anni, ha
burocratizzato sempre più le amministrazioni, complicato il
rapporto con i cittadini e le imprese, frenato le retribuzioni,
svilito il personale e il suo ruolo. Con l'ipotesi di Ccnl delle
funzioni centrali firmato il 6 novembre e soprattutto con le
prossime tornate contrattuali che contiamo di attivare a breve,
visti gli stanziamenti previsti nel ddl Bilancio, lavoreremo per
colmare questo gap", ha detto Marco Carlomagno, segretario
generale della Flp in apertura del convegno a cui domani
interverrà anche il ministro della PA, Paolo Zangrillo. (ANSA).
Nella P.a retribuzioni di 1.000 euro sotto la media Ue
Studio Flp, 3 punti e mezzo in meno rispetto al settore privato