Confartigianato fotografa "oneri e ostacoli" che pesano su "4,6 milioni di piccole imprese": dall'assemblea annuale il presidente Marco Granelli li evidenzia, con le stime dell'ufficio studi, dall'impatto della guerra in Ucraina "costata 155 miliardi" al peso di un "fisco-zavorra" con un 'tax spread' che sale a "36,6 miliardi di maggior tassazione su cittadini e imprese rispetto all'Eurozona, 620 euro pro capite", in forte aumento da "28,8 miliardi per 488 euro nel 2023".
Si aggiunge "la batosta del caro bollette: 11,8 miliardi più della media Ue". Pesa la burocrazia ed "a complicare la vita degli imprenditori è anche la difficoltà ad assumere: sale al 47,5% del personale necessario, 204.790 lavoratori, +2,8% in un anno.
"I problemi dell'economia italiana ed internazionale, alimentati dai venti di guerra, rendono quanto mai complesso il quadro politico, sociale ed economico non permettendo all'Europa di rialzarsi appieno dopo questo lungo periodo di crisi", avverte il presidente Marco Granelli nella sua relazione all'assemblea annuale. E' presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Tra "oneri e ostacoli" ad "accrescere le preoccupazioni" oggi sono anche i "danni della guerra sull'economia italiana: 13,4 miliardi di mancato export verso Russia e Ucraina, 78,9 miliardi di maggiore costo per acquisto di energia dall'estero, 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari per le imprese a causa dell'aumento dei tassi di interesse". "C'è ancora molto da fare per creare un ambiente che favorisca la spinta imprenditoriale: burocrazia, fisco, difficoltà di accesso al credito, costi dell'energia, condizioni delle infrastrutture diventano barriere che scoraggiano le migliori volontà di mettersi in proprio", evidenzia il presidente di Confartigianato, confermato per un nuovo mandato.
"La tassazione deve essere equa e il rapporto fra fisco e contribuente improntato ad una leale collaborazione", dice Granelli: bisogna "azzerare il tax gap rispetto ai competitor europei e semplificare le procedure". Sul fronte del lavoro serve "un quadro regolatorio moderno", va valorizzata la "buona contrattazione collettiva, espressa da parti sociali realmente rappresentative". La burocrazia resta un fardello: il 73% degli imprenditori lamenta la complessità delle procedure amministrative (7 punti percentuali in più della media Ue), il 78% si sente ostacolato dai continui cambiamenti legislativi (14 punti in più). Tra le nuove sfide c'è anche l'immigrazione che "va governata, non subita. Il lavoro è strumento di inclusione. Servono programmi di formazione per accrescere le competenze dei lavoratori stranieri". Su artigiani e pmi incombe anche "una crisi generazionale. I giovani stentano ad avviare nuove aziende, ad appassionarsi a questo modello di impresa, mentre gli anziani cessano la loro attività", oggi che si profila "una vera e propria glaciazione demografica.
Nell'arco del prossimo decennio la popolazione in età lavorativa scenderà di 2,2 milioni di unità, -6,4%". In questo scenario, oggi, "a fronte della rarefazione del capitale umano assistiamo al grande spreco rappresentato da 1 milione 495mila giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro", un "triste record in Europa", avverte ancora Granelli "E mentre i giovani non cercano lavoro, le aziende non trovano i lavoratori", è "uno dei problemi sociali ed economici più grandi che dobbiamo affrontare". Dal presidente di Confartigianato anche l'appello a "rilanciare articolo 45 della Costituzione", sulla tutela e lo sviluppo dell'artigianato, "affinchè artigianato e piccola impresa spingano sviluppo economico e sociale e diano prospettiva di lavoro ai giovani". Come anche a "ripartire dalla Costituzione per dare futuro ai giovani", perchè "la nostra generazione non deve passare alla storia come quella che ha spento le aspirazioni, i sogni, i talenti e le qualità dei giovani". Bisogna "diffondere ovunque il richiamo alle nuove generazioni perché abbraccino il fare impresa".