(ANSA) - ROMA, 05 DIC - "I recenti invii di lettere da parte
dell'Agenzia delle Entrate non favoriscono la compliance
fiscale, ma generano confusione e preoccupazione tra i
contribuenti: si tratta di comunicazioni prive di reale
contenuto tecnico-informativo, che provocano timori tra i
cittadini e impongono ai commercialisti attività di assistenza a
basso valore aggiunto, spesso difficilmente retribuibili". Lo
dichiarano in una nota congiunta tre presidenti di sindacati dei
commercialisti, Francesco Cataldi (Ungdcec), Edoardo Ginevra
(Aidc) e Maria Pia Nucera (Adc) parlando del concordato
biennale.
"Le lettere di compliance, concepite per promuovere il corretto
adempimento fiscale e favorire la trasparenza con
l'amministrazione finanziaria, sembrano diventate uno strumento
intimidatorio, come dimostra l'affermazione: "L'Agenzia
individua i casi anomali selezionati per le attività di
controllo". Inoltre, è sbagliato paragonare il reddito di lavoro
autonomo o d'impresa a quello minimo previsto per i lavoratori
dipendenti, ignorando le specificità del contribuente. Tale
approccio, forse volutamente, dimentica che redditi inferiori a
determinati livelli possono essere causati dalla difficile
congiuntura economica del 2023, ancora in corso". I presidenti
dei sindacati criticano anche il metodo utilizzato dall'Agenzia:
"L'invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con
l'obiettivo dichiarato di migliorare il rapporto tra fisco e
contribuente. Queste lettere sembrano piuttosto un'ulteriore
pressione per promuovere l'adesione al concordato preventivo
biennale, strumento che non ha riscosso il successo sperato. Da
tempo abbiamo evidenziato le sue criticità e offerto il nostro
supporto per avviare un confronto costruttivo, ma finora senza
esito", si legge, infine, nella nota dei professionisti. (ANSA).
Sindacati commercialisti, 'lettere intimidatorie da Ag. Entrate'
Su concordato. 'Non c'è compliance, ma preoccupazione'