"Questa mattina siamo venuti a conoscenza che ieri, 6 dicembre, anche per le lavoratrici ed i lavoratori della Logitech, azienda operante nel perimetro Stellantis nei siti di Piedimonte San Germano (Cassino), Pomigliano d'Arco e Melfi, è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo per 101 unità su 115 dipendenti. Solo questa settimana registriamo nell'indotto Stellantis 198 licenziamenti. Il maldestro tentativo della multinazionale francese di minimizzare la vertenza Trasnova é miseramente fallito".
Lo rendono noto Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli, e Mario di Costanzo, responsabile settore automotive Fiom Napoli.
I lavoratori di Trasnova, per i quali è già stata avviata la procedura di licenziamento collettivo, continuano intanto il presidio davanti all'ingresso merci dello stabilimento Stellantis a Pomigliano, fermo ormai da martedì pomeriggio per la mancanza di materiale dovuta al blocco dei manifestanti che si apprestano a trascorrere la prima domenica con alle spalle una fabbrica chiusa. Un incontro in Regione Campania con i sindacati per discutere della sola vertenza dei lavoratori Trasnova, è stato convocato per lunedì.
"Ieri siamo stati a Pomigliano, lo sapete, mentre 97 lavoratori e lavoratrici ricevevano la lettera di licenziamento. Abbiamo chiesto che il Governo e Stellantis si assumessero le proprie responsabilità per salvare i posti di lavoro, ma anche per salvare la manifattura italiana", ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Intanto "Acea (l'associazione europea dei costruttori di auto) dà il benvenuto alla richiesta di Stellantis di rientrare nell'associazione. Data la crisi senza precedenti di competitività per l'Europa, e la necessità collettiva di affrontare le sfide della trasformazione verde, è più importante che mai restare uniti. I membri dell'Acea possono essere concorrenti sul mercato, ma tutti quanti condividono lo stesso obiettivo: una transizione competitiva e sostenibile alla mobilità a zero emissioni, in un'Europa che possa mantenere la sua posizione globalmente.
"La strategia di Stellantis è confermata, che si vada verso l'elettrificazione", ma "se il mercato lo richiederà, saremo in grado di produrre delle versioni ibride", perché "abbiamo già dimostrato in passato di essere così flessibili da cambiare il nostro modo di agire", ha detto intanto il capo delle risorse umane di Stellantis, Giuseppe Manca, alla trasmissione Omnibus su La7, in un dibattito col segretario di Azione, Carlo Calenda.
"Il nostro piano al 2030 è confermato - ha spiegato Manca -. Che si vada verso l'elettrificazione, con i modelli assegnati a tutti gli stabilimenti, questa è la strategia. Dopodiché, c'è un cambiamento di tattica. Il presidente, gli azionisti, il board e l'amministratore delegato hanno rilevato delle divergenze su come procedere per l'attuazione di questo piano, per cui si è arrivati a una risoluzione consensuale".
"La linea è stata tracciata - ha proseguito Manca -. Abbiamo già dimostrato in passato di essere così flessibili da cambiare anche il nostro modo di agire. Le automobili ibride come la 500 ibrida che verrà prodotta a Mirafiori, la Jeep Compass ibrida che verrà prodotta a Melfi, erano modelli che non erano previsti nel piano originale. C'è un elemento di continuità, poi un'azienda deve sapersi adattare ai contesti che cambiano".
"Le nostre piattaforme di Melfi e Cassino sono multienenergy, possono accogliere una propulsione diversa da quella a batteria, per la quale erano nate - ha concluso Manca -. Il piano per il 2030 è stato lanciato nel 2022. In otto anni il contesto cambia moltissimo. Noi abbiamo una strada tracciata, e cerchiamo di adattare il nostro agire quotidiano rispetto al contesto economico, industriale e politico".
"Ci sono una serie di impegni che voi avete disatteso in modo sistematico. Quando nasce Stellantis, e nasce grazie al fatto che un anno prima il governo italiano da una garanzia ad Fca, John Elkann aveva più volte detto che avrebbe tutelato l'italianità del prodotto che invece non è stata tutelata in alcun modo perchè i nuovi marchi italiani li avete lanciati in Serbia, in Polonia e in Marocco e credo anche in Algeria. Il tema non è che lei viene a chiedere conto, lei deve dare conto ad un Paese di un racconto che fino ad ora è stato completamente tradito", afferma il leadr di Azione, Carlo Calenda rivolto a Manca.
"Siete reduci - prosegue - da un disastro degli Usa anche per un prezzo fuori mercato dei veicoli. Io non credo - dice sempre rivolto a Manca - che lei debba chiedere conto a me, ma sono io che devi chiedere a lei. Questo modo che avete di porvi, lo stesso che ha avuto Tavares in audizione, non passa, se lei vuole fare una cosa utile spieghi agli italiani chiedendo anche scusa per le 'cacchiate' che avete raccontato. E' finita l'era in cui la Fiat chiede conto, ci spieghi lei cosa è andato storto e chieda scusa alle persone che lavorano nell'azienda e che si sono illuse e che ora sono a casa prendendo 500 euro di tredicesima".