Economia

Fisco 2.0 e lotta all'evasione record, l'era Ruffini

Vocazione alla vita pubblica, dal governo Renzi a quello Meloni

Ernesto Maria Ruffini

Redazione Ansa

Figlio d'arte nella vocazione alla vita pubblica, avvocato, tributarista, ideatore del Fisco 2.0 e della digitalizzazione del rapporto tra amministrazione e contribuente oltre che dei meccanismi di lotta all'evasione, Ernesto Maria Ruffini è stato alla guida dell'amministrazione fiscale per quasi un decennio, considerando anche l'ormai archiviata Equitalia e l'interruzione sotto il primo governo Conte.

Può vantare di aver ottenuto risultati record nella lotta all'evasione, ma non ha digerito gli attacchi arrivati dall'attuale governo contro le tasse, definite da Giorgia Meloni "pizzo di Stato", e contro i funzionari pubblici dell'Agenzia delle entrate da lui guidata che, secondo Matteo Salvini, terrebbero "in ostaggio" le famiglie italiane. La Lega ha peraltro recentemente criticato l'invio di 700mila lettere alle partite Iva con l'obiettivo, secondo il partito, di indurli ad aderire al concordato preventivo biennale.

Ruffini nasce a Palermo nel 1969. Il padre è il politico e ministro Attilio Ruffini (nipote del cardinale e arcivescovo di Palermo Ernesto Ruffini), il fratello è il giornalista Paolo, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.

Laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, è iscritto all'Ordine degli avvocati dal 1998, anno in cui inizia a lavorare come avvocato tributarista presso lo studio legale tributario dell'ex ministro Augusto Fantozzi. Nel 2010 partecipa alla prima manifestazione della Leopolda a Firenze, organizzata da Matteo Renzi. Proprio sotto il governo Renzi, nel 2015 è nominato amministratore delegato di Equitalia, la società di Agenzia delle entrate e di Inps, incaricata della riscossione pubblica.

Durante i tre anni del mandato (2015-2017) dà un forte impulso alla digitalizzazione, come lo "sportello virtuale" per ricevere informazioni sulla propria posizione debitoria e dilazionare il pagamento delle cartelle, oppure l'introduzione del servizio di sms per rammentare la scadenza delle rate.

Nel 2017, su proposta del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il governo Gentiloni lo nomina direttore dell'Agenzia delle entrate e della nuova Agenzia delle entrate-Riscossione, ente nato sulle ceneri della dismessa Equitalia. Anche in questo caso Ruffini imprime una forte spinta in direzione della digitalizzazione nei rapporti tra fisco e contribuente (appuntamenti via web, video-chiamate con gli operatori per evitare le file allo sportello). Viene inoltre introdotta la fatturazione elettronica - che è un delle chiavi di volta del nuovo fisco in chiave di conoscenza del gettito di alcune categorie - e si riducono i tempi dei rimborsi fiscali, soprattutto Iva. Viene poi estesa la dichiarazione dei redditi precompilata. Tutte mosse che portano a risultati crescenti nella lotta all'evasione che proprio nel 2017 supera per la prima volta i 20 miliardi di euro.

Sostituito nel 2018 dal generale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore per decisione del governo Conte I, torna alla guida delle due Agenzie con il Conte II nel gennaio 2020, su proposta del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. E' l'anno in cui l'attività delle Entrate cambia pelle per far fronte all'emergenza Covid, come rivendicato dallo stesso Ruffini: l'Agenzia mette in piedi un sistema di incrocio dei dati che consente di erogare 25 miliardi di contributi a fondo perduto a favore di imprese, artigiani e professionisti colpiti dal calo dell'attività. Un ruolo inedito che trasforma l'Agenzia delle entrate in 'Agenzia delle uscite'.

Nel 2021 Mario Draghi conferma Ruffini nei suoi incarichi. Poi è la volta del governo Meloni che nel 2023 opta ancora per la stessa scelta. Lo scorso anno il risultato di recupero dell'evasione di Agenzia delle entrate e di Agenzia delle entrate-Riscossione ha raggiunto il record di oltre 31 miliardi di euro, di cui 24,7 miliardi di entrate erariali e 6,7 miliardi di entrate previdenziali e locali per altri enti. In base agli ultimi dati del Mef, tra il 2017 e il 2021, l'evasione fiscale su Irpef, Iva, Ires, Irap, locazioni, canone Rai si è ridotta progressivamente da 89 miliardi a 65,2 miliardi, con un calo di circa il 30%.

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