L'addio alla Borsa "resta l'obiettivo principale delle offerte pubbliche di acquisto o di scambio lanciate sul mercato finanziario italiano". Lo evidenzia l'occasional report di Consob sulle offerte pubbliche svolte in Italia nel periodo 2020-2023.
L'indagine conferma i risultati di un precedente studio (sul periodo 2007-2019) che la stessa Consob ha pubblicato nel 2021.
L'opa, pensata originariamente come uno strumento volto a favorire la contendibilità delle imprese e la tutela degli azionisti di minoranza, è stato usato in Italia prevalentemente come via di uscita dalla Borsa.
Su un totale di 76 offerte pubbliche promosse nei quattro anni in esame ben 56, cioè il 74% dei casi, si sono concluse con il delisting. Crescono anche quelle sull'Euronext Growth Milan (Egm), dedicato alle piccole e medie imprese, in cui fra il 2020 e il 2023 si sono registrate 16 Opa (21,9% delle offerte totali), con un'accelerazione nel 2023 (10 casi), rispetto alle 9 opa del periodo 2007-2019.
In generale "il premio offerto agli azionisti è in media più basso dove la liquidità è maggiore (p. es. sul segmento Euronext Star Milan), mentre sulle piattaforme in cui la liquidità è minore (come l'Egm) il premio è di regola più alto".
L'occasional report riporta, infine, che fra il 2020 e il 2023 19 offerte su 76 (pari al 25%) hanno registrato forme di reinvestimento dei soci della società-bersaglio nel capitale dell'offerente. Sul dato, in forte aumento rispetto alle evidenze del periodo 2007-2019 (14 offerte su 231, pari a circa il 6%), incidono le offerte con reinvestimento effettuate su società negoziate su Egm (7 rispetto alle 19 totali).
Nata per tutelare le minoranze, oggi l'opa serve come addio alla Borsa
Rapporto della Consob sull'utilizzo dello strumento in Italia