La Fed alza i tassi di interesse dello 0,75% portando il costo del denaro in una forchetta fra il 2,25% e il 2,50%. Per la banca centrale americana si tratta del secondo aumento consecutivo dello 0,75%, in quella che è la mossa più aggressiva dagli anni 1980. La decisione è stata presa all'unanimità.
Per combattere l'inflazione la Fed, oltre all'aumento odierno, ha alzato i tassi di un quarto di punto in marzo, di mezzo punto in maggio e di tre quarti di punto in giugno.
La Fed ribadisce di essere "molto attenta" ai rischi di inflazione. "L'inflazione resta elevata riflettendo gli squilibri fra l'offerta e la domanda dovuti alla pandemia. La guerra in Ucraina sta creando ulteriori pressioni al rialzo sull'inflazione e sta pesando sull'attività economica globale", afferma la Fed. "Anticipiamo che gli attuali aumenti dei tassi saranno appropriati. La Fed è fortemente impegnata a riportare l'inflazione all'obiettivo del 2%".
La politica monetaria della Fed rallenterà l'economia ma è necessario. Lo ha affermato il presidente della banca centrale americana Jerome Powell.
La Fed è determinata a far calare l'inflazione e ha gli strumenti per riportare la stabilità dei prezzi, ha detto Powell. "E' essenziale" riportare i prezzi all'obiettivo del 2%, ha osservato Powell.
Un altro rialzo forte dei tassi di interesse potrebbe essere appropriato alla prossima riunione ma dipenderà dai dati, afferma ancora Powell, sottolineando comunque che a un certo punto sara'
appropriato rallentare la velocita' dei rialzi.