Continua ad accelerare il prezzo del gas in Europa dopo la proposta della Commissione Ue sul price cap e le minacce di Gazprom di tagliare le residue forniture all'Europa attraverso i gasdotti ucraini. Il prezzo del gas sale del 9,5% a 131 euro al megawattora, dopo aver toccato un massimo di 133,9 euro (+11,9%) con gli analisti di Goldman Sachs che, riferisce Bloomberg, mettono in guardia dal rischio che il tetto al prezzo, se attivato, possa ridurre la liquidità del mercato e distorcere la formazione dei prezzi. "La componente positiva della proposta sul price cap a nostro avviso è che la soglia elevata per farlo scattare è improbabile che venga raggiunta".
Il prezzo del gas ha registrato un avvio in forte rialzo già dall'apertura del mercato di Amsterdam, con le contrattazioni i future Ttf che avanzavano del 6,15% a 127 euro dopo aver toccato un massimo di 128 euro al megawattora (+7%).
E crescono intanto le critiche all'accordo europeo sul price cap al gas. "Nell'ultima proposta" della Commissione "il price cap al gas è ad un livello molto alto. Purtroppo questo mi preoccupa", ha detto il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, parlando ai media nazionali. "E' per questo - ha aggiunto - che domani a Kosice al Gruppo di
Visegrad se ne parlerà sicuramente". E la ministra per la Transizione Ecologica del governo spagnolo, Teresa Ribeira, sostiene che "ciò che la proposta genera è l'effetto opposto a quello desiderato: provoca un maggiore aumento artificiale dei prezzi, mettendo a rischio tutte le politiche di contenimento dei prezzi".
Domani al Consiglio Affari Energia, "la Commissione sentirà cose molto dure dalla stragrande maggioranza dei ministri. Questa non è una proposta, è un gioco. Ci opporremo in maniera forte", ha sottolineato Ribeira:
Da parte sua, Simone Tagliapetra, del think tank sull'energia Bruegel, con sede a Bruxelles, afferma che all'Europa non serve il price cap al prezzo del gas, e la proposta della Commissione europea è inutile. L'Europa, sostiene Tagliapietra, ha bisogno invece di di un fondo per la crisi energetica per aiutare i paesi che fanno più fatica a sostenere famiglie e imprese (come l'Italia).
"Nel tentativo di fare tutti contenti, paesi pro e contro la misure - ha detto Tagliapetra -, la Commissione ha avanzato una proposta di price cap totalmente inutile. Per essere chiari, parliamo di un cap che non sarebbe scattato nemmeno durante il picco di volatilità di prezzo vista ad agosto. A questo punto, la via migliore sarebbe quella di porre fine a questa odissea che sul cap ci trasciniamo da mesi, ed investire il limitato capitale politico nel disegnare uno strumento che possa dare una risposta vera e forte al tema degli iniqui impatti economici e sociali della crisi energetica".
"L'Europa non necessita di un cap, che potrebbe fare più male che bene - ha aggiunto Tagliapietra -, ma di un fondo europeo per la crisi energetica finalizzato a supportare quei paesi che - come l'italia - hanno un ridotto spazio fiscale per sostenere famiglie e imprese vulnerabili, incentivando la riduzione della domanda di energia in modo ordinato come fatto in Germania. Dobbiamo cambiare marcia su questo dibattito, e muoverci
velocemente verso un accordo su questo fondo a dicembre".