Economia

Giorgetti: 'Credo che rinvieremo la sugar tax al 2025, la plastic tax slitta al 2026'

'Stiamo facendo uno sforzo per cercare una copertura'. Il superbonus è 'una misura eccezionale per tempi eccezionali, da questo tipo di droga economica bisogna uscire' ribadisce il ministro

Redazione Ansa

 "Stiamo facendo in queste ore uno sforzo per cercare, molto faticosamente, una copertura finanziaria per rinviare l'entrata in vigore" della sugar tax "al primo di gennaio del 2025". "Credo che alla fine ci arriveremo però credo che non sia questo il tema centrale di politica economica di questo Paese". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo al 'Giorno della Verità'. 

Il rinvio della Plastic tax al 2026 è confermato. "Sì, nel maxi-emendamento presentato c'è il rinvio al 2026 della plastic tax che non entra in vigore ma di questo nessuno mi ha ringraziato, mi auto-ringrazio da solo". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, intervistato a 'Il giorno della Verità'.

Il superbonus è "una misura eccezionale per tempi eccezionali" e da "da questo tipo di droga economica bisogna uscire",  ha aggiunto il ministro dell'Economia intervistato dal direttore de La Verità, Maurizio Belpietro. "La disintossicazione purtroppo è dolorosa però qualcuno la deve fare, qualcuno deve ordinarla tenendo conto che chi ne è più interessato e ne trae vantaggi non è d'accordo. Dalla droga bisogna uscire, la droga non è una buona cosa. Quindi io spero che si metta veramente un punto definitivo ed è giusto e anche mio dovere come ministro dell'Economia e delle finanze mettere in chiaro la situazione".

Giorgetti ha quindi evidenziato che "i dati sono ormai acclarati, è chiaro che nei prossimi quattro anni, o addirittura nei prossimi dieci anni se passa l'emendamento in discussione, avremo allo stato attuale un impatto all'incirca di 30 miliardi ogni anno per i prossimi quattro anni". Ha poi chiarito che i suoi conteggi sono "al netto delle detrazioni edilizie normali che sono state sempre attuate in questo Paese".

 

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Si tratta dunque di "circa 150 miliardi la cifra in più rispetto alle ordinarie detrazioni che dal '96 sono sempre state praticate, che sono quelle a cui stiamo tornando in un percorso di disintossicazione, cioè le detrazioni in dichiarazione dei redditi in dieci anni per una percentuale dei lavori". "Quello che non è più accettabile perché senza senso - ha concluso Giorgetti - è dare il 110% a carico dello Stato a prezzi definiti dalle parti in cui lo Stato non c'è e non può neanche sindacare".

Il nuovo patto di Stabilità, ha quindi sottolineato Giorgetti, definirà "un percorso che per un Paese molto indebitato e con tassi alti come l'Italia diventa molto difficile da onorare. Noi confidiamo che da un lato i tassi di interesse finalmente scenderanno, e io ritengo che il percorso inizierà presto. Dall'altro lato, dobbiamo fare un esame serio delle spese che ci possiamo permettere, tagliando tutto quello che possiamo tagliare e che non è produttivo. È uno sforzo che la politica deve fare seriamente".

"Da giugno io spero che cominci la discesa" dei tassi di interesse, ha proseguito il responsabile dell'Economia. "Diciamo che con la Lagarde c'è una simpatica dialettica iniziata circa un anno e mezzo fa - ha aggiunto -, in cui osservavo che a mio giudizio l'inflazione in Italia e in Europa non dipendeva dal surriscaldamento dell'economia ma dall'andamento dei prezzi energetici e quindi una stretta di politica monetaria non serviva a nulla".

"Ognuno fa il proprio mestiere, la Lagarde fa la cattiva facendo la governatrice della Bce, io cerco di fare il cattivo difendendo gli interessi dell'Italia, facendo il ministro dell'Economia - ha proseguito -. Sono convinto che i tassi debbano scendere e scenderanno perché questa è la logica e la realtà, abbiamo un' inflazione che cuba ormai attorno al 2,5%, se si vuole arrivare alla recessione, non dico all'inflazione ma al deprezzamento, non credo che sia uno scenario realistico ne per noi ne per la Bce". 

 

Superbonus: Tajani,senza modifiche no di Forza Italia in commissione

"Voteremo contro se non sarà modificato" il dl Superbonus. Lo ha detto il segretario di Forza Italia Antonio Tajani al margine dell'incontro con Confcommercio a Roma parlando degli emendamenti modificativi presentati da Fi e del voto in Commissione. "Se si trovano soluzioni positive - ha aggiunto - sono sempre pronto ai compromessi. I nostri senatori sono pronti a confrontarsi da stamattina". 

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"C'è il contenuto di un emendamento presentato dal Mef, per nulla concordato con me che sono il vicepresidente del Consiglio e che rappresento uno dei partiti di maggioranza. Non è che sono vincolato a dire sì se non sono consultato. Se fossi stato consultato avrei detto la mia prima. Siccome lo dobbiamo dire in Parlamento, diremo in Parlamento quello che pensiamo".

"Abbiamo presentato degli emendamenti, - ha proseguito - ma non c'è nulla di drammatico. Soltanto la difesa di due principi: nessuna legge retroattiva e nessun aumento delle tasse per i cittadini. Quindi voteremo contro se non sarà modificato. Le imposizioni che vengono dall'esterno non mi trovano d'accordo".

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