Economia

Appello di Federagenti a Meloni 'è l'ora di dare le carte'

Santi, occasione unica, ma con crisi di governance rischio stop

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 14 GIU - Federagenti, la federazione nazionale degli agenti marittimi, lancia un appello alla premier Giorgia Meloni su portualità e logistica. Il momento politico attuale mette sul tavolo l'occasione per l'Italia di giocare un ruolo da protagonista sul mare, ma mentre i porti dovrebbero giocare in prima linea, "proprio in questi giorni si sta assistendo a una crisi di governance portuale che rischia anche di ripercuotersi sulla tempistica della realizzazione delle nuove opere che riguardano il sistema portuale e logistico.
    Peraltro allontanando nel tempo le ipotesi di riforma del settore ora quanto mai necessaria" sottolinea il presidente di Federagenti Alessandro Santi. Federagenti denuncia la sovrapproduzione e sovrapposizione di norme, la loro poca chiarezza e propensione alla libera interpretazione e la sovrapposizione di definizione di ruoli e sistemi di controllo "che non fanno altro che alimentare situazioni di incertezza e di stallo che causano ritardi e la fuga degli investitori dal nostro Paese". E lancia appunto l'appello alla premier Giorgia Meloni "affinché non faccia perpetuare e riproporre nella portualità e nel sistema logistico gli errori del passato". "È invece il momento di 'dare le carte' - sottolinea Santi - rischiamo nuovamente di trovarci impantanati in una stagione a rischio immobilismo e ciò proprio nel momento in cui, sia sul fronte delle opere sia sul fronte organizzativo e operativo, i porti, ciascuno con la propria vocazione, sarebbero chiamati a un vero e proprio rush sfruttando il recupero di centralità".
    "L'Italia, di fatto unico Paese europeo uscito dal voto per Bruxelles, non solo con una governance confermata, ma anche rafforzata, a fronte di un'instabilità e di veri e propri terremoti politici che attraversano nei fatti la maggioranza dei principali paesi Ue in balia degli estremismi, ha un'occasione unica, che non può lasciarsi sfuggire - dice Santi -: quella di dettare sul mare un'agenda europea che ponga nuovamente il Mediterraneo al centro e che trovi proprio in Roma una guida salda per disegnare equilibri futuri, ma specialmente per partecipare attivamente, con un ruolo da protagonista, a un nuovo ordine che riguardi tutto il bacino Mediterraneo allargato al Mar Rosso e al Mar Nero". (ANSA).
   

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