(ANSA) - GENOVA, 25 GIU - Il commercio marittimo mondiale
vale 14,2 trilioni di dollari, e più dell'80% dell'interscambio
commerciale viaggia via mare, ma oggi, quasi il 50 % delle aree
strategiche attraverso le quali questi traffici transitano, sono
considerate a rischio o per la situazione geopolitica che le
riguarda o per atti concentrati di terrorismo e pirateria o per
fenomeni di tipo naturale quale la siccità che ha limitato in
modo determinante l'operatività nel canale di Panama. E' il dato
da cui parte lo studio presentato all'assemblea aperta di
Assagenti, l'associazione degli agenti marittimi genovesi,
elaborato dal Centro Giuseppe Bono che ha analizzato i "choke
point" cioè i colli di bottiglia attraverso i quali passano
appunto le merci e i pericoli legati alla possibile chiusura di
due o più di questi stretti.
I rischi sono molti per il commercio marittimo internazionale,
ma ci sono anche opportunità, con il recupero della centralità
del Mediterraneo e dell'Italia al suo interno, come hanno
sottolineato molti dei partecipanti all'assemblea, fra i quali
il ministro della Protezione civile e delle Politiche del mare,
il viceministro a Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi e i
presidenti di Confitarma Mario Zanetti e Assarmatori Stefano
Messina, dopo i saluti istituzionali del sindaco Marco Bucci,
del presidente della Camera di commercio Luigi Attanasio,
Alessio Piana assessore allo Sviluppo econoico della Regione, il
presidente di Federagenti Alessandro Santi. (ANSA).
Shipping, Assagenti 'a rischio 50% aree transito traffici'
Pessina, reazioni a catena se chiudessero due o più stretti