Economia

'Sciopero portuali Usa avrà ripercussioni anche per Italia'

Botta (Spedizionieri), ogni settimana rischio stop 500mila teu

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 01 OTT - Gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale dell'Italia fuori dall'Europa e lo sciopero dei portuali Usa che inizia oggi e andrà avanti a oltranza, si ripercuoterà anche sul Mediterraneo, sull'Italia e sul porto di Genova. "Esportatori e spedizionieri guardano con estrema preoccupazione alla situazione che da oggi boccherà i porti della Costa Est e del Golfo del Messico" commenta il direttore generale di Spediporto, l'associazione degli spedizionieri genovesi, Giampaolo Botta. "Con lo sciopero si stima che ogni settimana, a livello mondiale, saranno circa 500 mila i contenitori che non potranno sbarcare o raggiungere le destinazioni finali - continua -. Un danno gravissimo all'economia Usa, ai suoi consumatori, ma anche agli esportatori, che certamente vedranno lievitare il costo dei noli già nelle prossime settimane".
    Lo sciopero, proclamato dall'International longshoremen's association, che coinvolgerà circa 45 mila addetti in 36 porti Usa, situati sulla costa orientale e nella zona del Golfo del Messico, paralizzerà le attività di scali in grado di movimentare tra il 40 e il 50% dei volumi di tutti gli scali statunitensi e "rischia di mandare nuovamente in crisi il mercato mondiale dei contenitori con perdite giornaliere che JP Morgan stima tra i 3,8 e i 4,5 miliardi di dollari." denuncia Botta.
    Le perdite di volume in un mese, potrebbero raggiungere i due milioni di contenitori. "Anche i porti del Mediterraneo subiranno pesanti ripercussioni - completa Botta - sono a rischio, ogni settimana circa 71.000 contenitori, in ambo le direzioni, sull'asse con la costa orientale degli Stati Uniti, nazione che, per il porto di Genova, rappresenta un riferimento imprescindibile". I dati del 2022 dell'Adsp del Mar ligure occidentale parlano di 336 mila contenitori complessivamente movimentati tra imbarco e sbarco.
    La soluzione alternativa più gettonata per saltare i porti in sciopero, per ora è l'utilizzo degli scali della West Coast (o del Canada), spiega infine Botta: "ma gli operatori stanno puntando anche sul cargo aereo e su una più accurata gestione delle scorte per evitare interruzioni nella catena di approvvigionamento". (ANSA).
   

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