>>>ANSA/La Bce prepara l'euro digitale, decisione nel 2021
Lagarde, dobbiamo essere pronti. Panetta, inazione non è opzione
di Domenico Conti
(ANSA) - ROMA, 02 OTT - La Banca centrale europea lavora
all'euro digitale, e prenderà una decisione ufficiale sul lancio
a metà 2021, affiancandovi nel frattempo una sperimentazione. A
riprova che l'ipotesi è reale, e non accademica, arriva un
rapporto ufficiale dell'Eurotower che dà il via a una
consultazione pubblica - con istituzioni , semplici ciattadini,
governi, mondo accademico - dal 12 ottobre.
L'annuncio non pare rivoluzionario: in fondo oggi tutti o
quasi, fanno pagamenti elettronici. Invece non è così. I
pagamenti elettronici avvengono con al centro il sistema
bancario, o con una piattaforma (bancaria, di commercio
elettronico, o un social network come Facebook o WeChat) che fa
perno sui depositi bancari. Cambia la tecnologia, ma non
l'architettura del sistema monetario. Con una moneta digitale,
la banca centrale non solo rimpiazza il vecchio contante con
moneta elettronica, ma sostituisce proprie passività alle
passività delle banche (i depositi) che oggi sono l'architrave
del sistema dei pagamenti. Cambia l'architettura del sistema,
una sorta di disintermediazione (da affiancare al contante)
potrebbe restituire ai cittadini quella 'tassa' che è il
signoreggio.
Che la Bce stia accelerando rispetto alla Fed sulla sfida di
una valuta digitale di banca centrale dimostra quanto sia alta
la posta in gioco: anche in termini geopolitici, non solo
finanziari, come ha dimostrato il caso di Libra, la criptovaluta
con cui Facebook cerca di entrare nella partita. E sul fronte
caldissimo dei dati e della privacy, dove l'Europa cerca di
affermare la cittadinanza e sovranità digitale in un durissimo
braccio di ferro coi colossi del web che, nei dati personali
regalati da miliardi di persone, hanno trovato la miniera d'oro
che ha fatto volare le loro quotazioni al di sopra del Pil di
molti Paesi avanzati.
"Dovremmo essere preparati all'emissione di un euro digitale
qualora ce ne fosse bisogno", ha dichiarato la presidente
Christine Lagarde. Ancora più chiaro Fabio Panetta, l'italiano
al comitato esecutivo della Bce: "dobbiamo assicurarci che la
nostra moneta sia preparata al futuro. L'inazione non è
un'opzione". L'ultima parola spetterà al Consiglio direttivo.
L'Europa, in pratica, non vuole farsi superare dagli eventi,
e i comitati tecnici a Francoforte sono al lavoro da tempo. Per
capire il perché della mossa della Bce, che si sta spingendo
sulla moneta legale digitale a livelli toccato solo dalla
Riksbank svedese (che ha da poco lanciato una sperimentazione),
dalla People's Bank of China o dalla Swiss National Bank,
bisogna fare un passo indietro. La tecnologia sta digitalizzando
a passi da gigante l'economia. E negli ultimi anni ciò ha fatto
suonare più di un campanello d'allarme per le banche centrali.
Una sfida è arrivata da bitcoin e le altre criptovalute,
rigettate dalle autorità globali come un'utopia anarchica che
sogna di togliere agli stati uno dei capisaldi della sovranità:
la creazione e il controllo della moneta. Appropriandosi di
tutte e tre le sue funzioni: unità di conto (riservata agli
Stati), riserva di valore e mezzo di pagamento (svolte oggi
dalle banche). Vale anche per Libra, che ha promesso un nuovo
sistema globale dei pagamenti poggiato su una 'stablecoin'
garantita da attivi denominati in valute nazionali: rischi di
riciclaggio e finanziamento del crimine, per la protezione dei
consumatori, per l'efficacia della regolamentazione globale e la
stabilità finanziaria. Ma la sfida esiste.
Un'altra sfida è piuttosto la quota sempre più alta - con il
proliferare di piattaforme, shadow banking e transazioni
elettroniche - di pagamenti elettronici. Sfida esacerbata dai
progressi di altre banche centrali (alla Bce stimano che a
quella cinese manchino due anni per il potenziale lancio dello
yuan digitale) sul 'digital fiat money' in un contesto in cui
l'euro aumenta la sua quota nelle transazioni globali. Il
rischio, per la Bce (che non a caso ha delineato alcuni scenari
"che richiederebbero l'emissione di un euro digitale") è di
perdere il controllo sull'offerta di moneta. Che assieme ai
tassi è lo strumento principale con cui conduce politica
monetaria. Inevitabile, per Francoforte, non farsi cogliere
impreparati. (ANSA).
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