Economia

Istat, dal 2011 forze lavoro Calabria diminuite di 75 mila unità

'Permane situazione sfavorevole per l'occupazione femminile'

Redazione Ansa

(ANSA) - CATANZARO, 19 SET - In dieci anni le forze di lavoro in Calabria sono diminuite di 75 mila unità. A dirlo è l'Istat.
    Al 31 dicembre 2021 nella regione sono attive quasi 700mila unità, 75mila in meno rispetto al 2011 (-9,8%). Il decremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto alla diminuzione delle persone in cerca di occupazione (55mila persone in meno, -37,1%), soprattutto fra le donne (-38,3%), e agli occupati (-3,2%), in particolare per la componente maschile (circa 14mila unità in meno, pari al -3,6%).
    Ci sono poi 348mila percettori di pensioni da lavoro o di redditi da capitali (-10,7% rispetto al 2011), mentre risultano 223mila persone dedite alla cura della casa (+8,2%) e 145mila studenti e studentesse (-9,0%). Gli indicatori relativi al mercato del lavoro per la Calabria presentano valori diversi rispetto a quelli nazionali. Nel 2021 il tasso di occupazione è del 36,8%, nove punti percentuali sotto il valore medio italiano, come più bassa risulta la percentuale di occupate donne (28,6% contro 37,9% dell'Italia) e degli occupati stranieri (37,7% contro 53,5% dell'Italia). I tassi di disoccupazione suddivisi per genere sono più bassi delle medie nazionali, sia per la popolazione totale, sia per la sola componente straniera.
    In Calabria permane una situazione piuttosto sfavorevole all'occupazione femminile e uno squilibrio di genere, con valori superiori rispetto alla media nazionale. Nel 2021, il gap di genere del tasso di attività è di circa 18 punti (uomini 51,9%, donne 33,9%), la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (28,6%) e quello degli uomini (45,6%) di 17 punti, il tasso di disoccupazione delle donne (15,6%) è più di 3 punti superiore a quello degli uomini (12,2%). Fra le province, i valori più alti del tasso di occupazione ci sono Catanzaro (37,4%) e Reggio (37,1%); quelli più bassi a Crotone (35,3%) e Vibo (35,8%), mentre gli squilibri di genere più ampi (circa 18 punti) si riscontrano a Catanzaro e Crotone, i più bassi (circa 15 punti) a Vibo Valentia e Reggio Calabria. Le incidenze maggiori del tasso di disoccupazione nel 2021 riguardano le province di Reggio, di Cosenza e di Crotone (rispettivamente 14,1%, 13,6% e 13,6%) mentre, all'opposto, Vibo Valentia e Catanzaro presentano i valori più bassi (12,9% e 13,0%). Il divario di genere è più marcato (quasi 4 punti) nei territori cosentino e catanzarese, minore (circa 2 punti) nel vibonese.
    (ANSA).
   

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