(ANSA) - PRATO, 20 SET - "I dati emersi dalla ricerca della
Cisl Firenze-Prato sulle retribuzioni a Prato rischiano di
essere pesantemente fuorvianti se non si operano le dovute
distinzioni e analisi.
Troppo spesso chi si occupa di ricerche sull'economia pratese
sembra dimenticarsi che in questa area abbiamo una realtà che,
con queste caratteristiche e dimensioni, non ha eguali in
Europa. Mi riferisco al manifatturiero cinese, per lo più del
settore abbigliamento, imprese in cui la norma è costituita dai
contratti part-time. Quanto appropriati e rispondenti
all'effettivo carico di lavoro siano, in molti casi, questi
contratti, è facile immaginarlo: ma comunque ufficialmente è
così e sono questi i dati che finiscono nelle ricerche". Così
Marcello Gozzi, direttore di Confindustria Toscana Nord, sui
dati della ricerca presentata ieri.
"Se andiamo a vedere i numeri in maniera analitica, senza
fare un mucchio indistinto di tutto il manifatturiero -
sottolinea in una nota -, constatiamo che nelle imprese tessili
il part-time incide per il 22% del totale dei lavoratori, mentre
nell'abbigliamento per il 71% del totale dei lavoratori.
Non sorprende quindi che le retribuzioni dei tessili ammontino
in media a poco meno di 24.000 euro, in linea con il dato
nazionale, contro gli 11.200 euro delle imprese di confezione,
ben al di sotto della media nazionale". Per Gozzi "del resto i
lavoratori dell'abbigliamento rappresentano quasi il 25% dei
lavoratori dipendenti pratesi di tutti i settori, ma il loro
monte retribuzioni supera di poco il 15% del totale generale.
Inversa la situazione dei lavoratori del tessile: sono il 16%
dei lavoratori pratesi e il loro monte retribuzioni supera il
21% del totale generale". "Le imprese tessili - osserva ancora -
sono in grandissima parte italiane (ma nel dato sono compresi
anche dipendenti di imprese cinesi che hanno codice Ateco
tessile e che verosimilmente abbassano anche leggermente il
totale); le confezioni sono in larghissima maggioranza a
titolarità cinese". "Non esiste un caso-Prato per le basse
retribuzioni nel manifatturiero - conclude -: esiste un
caso-confezioni cinesi di Prato, per le retribuzioni e non solo
per queste, ed è cosa risaputa. Lanciare allarmi come quelli
emersi ieri, che mischiano realtà radicalmente diverse, non fa
bene al distretto". (ANSA).