Economia

Sanità: Confindustria e Fifo insieme per cancellazione payback

'E' a repentaglio l'intera filiera dei dispositivi medici"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 SET - "Lavoreremo insieme per la cancellazione del payback e per la realizzazione di proposte alternative per la governance del settore dei dispositivi medici, che colga le esigenze di sostenibilità e garantisca lo sviluppo del comparto a vantaggio dell'innovazione e della qualità della salute dei pazienti". Questo il proposito di Confindustria Dispositivi Medici (Dm) e della Federazione Italiana Fornitori in Sanità (Fifo), aderente a Confcommercio Imprese per l'Italia, con la collaborazione di Aforp, lanciato in occasione del 7° Forum Mediterraneo in Sanità di Bari.
    Il payback, introdotto per limitare l'incremento della spesa farmaceutica e che prevede il ripiano a carico dell'industria dello sforamento dei tetti previsti, "mette a repentaglio - sottolineano le organizzazioni - l'intera filiera dei dispositivi medici, che conta oltre 4.449 imprese e occupa oltre 118mila addetti. Nessuna azienda - ribadiscono Confindustria Dm e Fifo - può sopportare tali richieste per l'entità, le tempistiche e la retroattività. Inoltre, per il quadriennio 2019-2022 il rischio di errori nella quantificazione si aggraverebbe con gli acquisti Covid da scorporare".
    "Ribadiamo da tempo - ha dichiarato Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria Dispositivi Medici - quanto il payback sia dannoso per le imprese e per il Servizio sanitario nazionale. Attivare un dialogo costruttivo con Fifo, è un'occasione importante per trovare soluzioni per tutta la filiera dei dispositivi medici e di conseguenza per il bene comune e per la tenuta del Ssn". Giorgio Sandrolini, quale delegato di Fifo Sanità Confcommercio e come presidente Asfo (Associazione fornitori in sanità) Emilia-Romagna, si è detto "molto soddisfatto per aver rafforzato un dialogo volto alla risoluzione di questa criticità che incombe sulle imprese fornitrici di dispositivi medici. Il payback resta una spada di Damocle sia da un punto di vista economico che da un punto di vista sanitario. Continueremo a confrontarci con Confindustria per proporre strategie alternative che permettano al Governo di superare questa norma". (ANSA).
   

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