(ANSA) - ROMA, 30 OTT - I sindacati medici Anaao Assomed e
Cimo-Fesmed ribadiscono "la propria condanna senza riserve
contro la riforma Meloni-Salvini-Tajani che punta a fare cassa
sulle pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari, che
rientrano a pieno titolo in quel 13% di popolazione che
contribuisce con le loro tasse al 60% del gettito Irpef".
"Con un inaccettabile attacco ai diritti acquisiti - denunciano
Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED, e Guido
Quici, Presidente CIMO-FESMED - si riducono le aliquote di
rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi
il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita
stimabile tra il 5% e il 25% dell'assegno pensionistico annuale,
da moltiplicare per l'aspettativa di vita media.
"L'iter della manovra economica 2024, tra bandierine elettorali
che si alzano e si abbassano, bozze smentite e modificate, poco
o nulla cambia per la sanità pubblica e i suoi professionisti.
Per la prima, gli investimenti rimangono insufficienti rispetto
alle esigenze e alle criticità odierne, ben al di sotto di
quanto richiesto da sindacati e Regioni e dalla crescita del
tasso inflattivo. Per i secondi, il CCNL 2022-2024 prevederà una
ulteriore perdita del 10% del potere di acquisto. Inoltre non
sono previsti né detassazione, concessa a baristi, camerieri e
operatori turistici, ma non a chi garantisce la tutela della
salute dei cittadini. Tantomeno aumenti di voci salariali. A
differenza della sanità privata che, nonostante non rinnovi il
contratto dei medici dipendenti AIOP da oltre 18 anni, viene
premiata con un aumento dei contributi statali che va dai 280
milioni a oltre 1 miliardo di euro".
I sindacati chiedono al Governo il ritiro del provvedimento che
taglia le pensioni future dei medici e dei dirigenti sanitari
nonché più risorse per il Ssn e i suoi professionisti. Pronte,
in caso di insoddisfazione, a cercare la più ampia convergenza
con le altre organizzazioni sindacali per arrivare allo stato di
agitazione delle categorie interessate nella prospettiva di uno
sciopero generale entro dicembre. (ANSA).