(ANSA) - CATANIA, 04 DIC - L'inchiesta di cui ha parlato la
stampa è quella denominata 'Doppio petto', coordinata dal
procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Dda Assunta
Musella e Fabio Saponara, contro la cosca Pillera-Puntina legata
al boss Giacomo Maurizio Ieni, basata su indagini della Squadra
mobile della Questura di Catania. Nel provvedimento cautelare
emesso dal gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, ed eseguito
dalla polizia lo scorso 1 dicembre, si ricostruisce l'arresto in
flagranza
di reato di un indagato, Giovanni Ruggeri, bloccato all'uscita
dello stabilimento dei fratelli Di Martino con 4.
Filippo Di Martino, fratello di Angelo, ricostruisce il
giudice per le indagini preliminari, sentito dopo l'arresto
"confermava che l'azienda - da circa 20 anni - era sottoposta a
estorsione, soggiungendo che l'attività illecita aveva preso
avvio con una richiesta di denaro destinato al sostentamento
delle famiglie dei detenuti" e che "l'importo, originariamente
convenuto in due ratei annuali di 1.000 euro ciascuno, era poi
lievitato sino a 4.000 euro, con la consegna, quindi, ogni anno
di complessivi 8.000 euro". Analoghe dichiarazioni, aggiunge il
gip nell'ordinanza, venivano rese da Di Martino Angelo
spiegando che la decisione era stata "assunta illo tempore dal
fratello e, poi, mantenuta nel tempo" e precisando che "le
persone a cui corrisponde l'estorsione sono mafiosi e pertanto
ha insistito di pagare per evitare ritorsioni e lavorare
tranquilli".
L'arresto di Ruggeri fu al centro di commenti tra due
esponenti del clan, intercettati dalla polizia. E uno di loro,
ricostruisce il gip, "riferendosi a Filippo Di Martino, si
manifestava scettico riguardo al fatto che l'iniziativa di
denunciare il fatto fosse stata assunta da lui, in quanto,
precisava: 'questo e vent 'anni che paga'" (ANSA).