(ANSA) - PALERMO, 16 APR - La mafia mirava ad entrare nella
grande distribuzione alimentare acquistando, attraverso
imprenditori compiacenti, 12 supermercati a marchio Coop. Emerge
dall'indagine della Dda di Palermo che ha portato a 11 arresti.
Al progetto, che si sarebbe dovuto realizzare attraverso
l'attribuzione fittizia delle quote della società usata per
l'acquisto, partecipavano gli imprenditori di Salemi vicini a
Messina Denaro, Andrea e Salvatore Angelo, e indiziati di mafia
come Vincenzo Lo Piccolo.
Secondo gli inquirenti erano tutti soci occulti della Grande
Distribuzione Sicilia, che avrebbe dovuto acquisire i
supermercati. L'affare sfumò perchè Coop Alleanza 3.0, titolare
delle Coop in Sicilia, preferì cedere i punti vendita a un altro
acquirente.
"Voi dovete entrare…la coop minchia nell'affare": diceva, non
sapendo di essere intercettato, uno degli indagati. "La società
- spiegava - la registriamo a Milano. Non vogliamo fare apparire
i proprietari siciliani". "Se gli amici miei si devono prendere
la Coop - spiegava Vincenzo Lo Piccolo - e prendendosi la Coop
sono nostri e ci sono operai nostri".
I soggetti interessati all'affare progettavano anche di far
vendere ai supermercati i loro prodotti. "Questa combriccola che
stanno per prendersi la Coop appena loro si mettono a cavallo
siamo padroni di entrare i formaggi", dicevano.
Nel business sarebbero stati coinvolti anche Giovanni
Beltrallo, già indagato per mafia, e Bartolomeo Anzalone, vicino
a Domenico Scimonelli, imprenditore della grande distribuzione
ritenuto prestanome di Matteo Messina Denaro. (ANSA).