(ANSA) - FIRENZE, 23 MAG - Cna di Lazio, Marche, Toscana e
Umbria hanno presentato oggi in un incontro a Firenze il
Manifesto per le elezioni del Parlamento europeo della stessa
Confederazine dell'artigianato ai candidati alle Europee della
circoscrizione Italia centrale Carlo Ciccioli (Fdi), Rosa Maria
Di Giorgi (Stati Uniti d'Europa), Dario Nardella (Pd), Francesca
Peppucci (Fi), Dario Tamburrano (M5s).
Il Manifesto si compone di dieci punti, presentati dai
quattro presidenti della Cna dell'Italia Centrale Erino Colombi
(Lazio), Paolo Silenzi (Marche), Luca Tonini (Toscana) e Michele
Carloni (Umbria), che sono stati anche gli argomenti centrali
sui quali si è sviluppata la discussione e la tavola rotonda:
transizione verde e sostenibilità energetica, completamento del
Mercato unico, politica industriale comune, transizione digitale
e intelligenza artificiale, impegno nel dialogo e nella
cooperazione con i paesi terzi, costruzione del futuro e
superamento delle diseguaglianze, protezione del lavoro e
modello sociale, investimenti e nuovo modello economico,
legislazione a misura d'imprese e dialogo tra istituzioni e
parti sociali.
"Sono tante le sfide per l'Ue Europea: una politica
comunitaria unica a livello economico, fiscale, per la difesa,
per le relazioni diplomatiche con gli altri paesi. Tutto ciò è
necessario ancor più adesso, con una situazione
politico-economica mondiale molto incerta, con due guerre in
corso ed il possibile cambio al vertice negli Usa, senza
dimenticare i cambiamenti climatici - ha detto Tonini -. Tra gli
altri temi da non tralasciare il lavoro, i giovani, la parità di
genere intesa sotto ogni suo aspetto". "Il mondo delle piccole
imprese e dell'artigianato va rappresentato a livello europeo e
proiettato nel futuro nell'interesse delle imprese,
dell'associazione e dei cittadini" ha aggiunto Colombi. Per
Silenzi "per vincere le sfide che vengono poste all'Europa dalla
competizione globale servono investimenti comuni per costruire
il futuro. Per lo sviluppo dei territori, per la creazione di
reti e infrastrutture viarie e telematiche, servono progetti e
servono soldi per realizzarli attraverso la creazione di Fondi
europei. Debito comune, anche attraverso l'emissione di
Eurobond".
"Le micro imprese, che sono quelle che hanno fino a 9 addetti e
costituiscono il 96% delle imprese italiane (e non solo), in
Europa sono state spesso equiparate a quelle di piccole
dimensioni (10-49 addetti) - ha aggiunto Carloni -. Questo
errore si è tradotto in strumenti che rispondono solo alle
esigenze delle imprese più grandi. La nostra richiesta è che le
istituzioni europee prendano finalmente coscienza di questa
differenza, adottando misure calibrate sulle esigenze delle
diverse dimensioni d'impresa". (ANSA).