(ANSA) - VENEZIA, 12 OTT - Sul versante del fisco, in Italia
è Davide che paga più di Golia, ossia sono le piccole e medie
imprese a versare ogni anno all'Erario una cifra 120 volte
superiore a quella dei "giganti del web" con base a livello
nazionale. A permettere questo è la pratica di trasferire buona
parte degli utili ante imposte realizzati in Italia nei paesi a
fiscalità di vantaggio.
Il quadro viene disegnato dall'ultimo report dell'Ufficio
studi della Cgia di Mestre (Venezia) in base ai dati dell'Area
Studi di Mediobanca. Grazie a queste operazioni elusive,
l'erario ha incassato solo le briciole dai colossi web, circa 25
con una sede in Italia, ma che hanno versato 206 milioni di
tasse, mentre le nostre Pmi pagano ogni anno 24,6 miliardi.
Vero è che le aziende italiane in esame producono un
fatturato annuo 90 volte superiore a quello delle big tech, ma
in termini di imposte la proporzione sale a 120 volte di più,
con un tax rate effettivo che sfiora il 50%, mentre ai "big" si
attesta al 36%.
A livello regionale, solo le imprese di Molise e Valle
d'Aosta versano meno tasse delle big tech, rispettivamente con
175 e 190 milioni. Le imprese lombarde pagano invece all'erario
125 volte in più, quelle laziali 56,7, quelle emiliano-romagnole
38 e quelle venete 36,8.
Sebbene da quest'anno sia arrivata la Global minimum tax
(Gmt), secondo il dossier curato dal Servizio Bilancio della
Camera il gettito previsto dal Servizio Bilancio della Camare
dovrebbe essere di 381,3 milioni nel 2025, nel 2026 di 427,9 e
nel 2027 di 432,5, fino ai 500 previsti nel 2033, ultimo anno di
stima. Ma a permettere ancora lo spostamento degli utili per
eludere le tasse da parte delle "big" sarà la sua - per ora -
limitata applicazione: nel 2024 interesserà 19 paesi Ue, Spagna
e Polonia si adegueranno dall'anno prossimo, mentre Estonia,
Lettonia, Lituania, e Malta hanno ottenuto una proroga sino al
2030. (ANSA).
>ANSA-BOX/In Italia Pmi pagano più tasse,120 volte i giganti web
E non aiuterà l'introduzione della Global Tax, dice la Cgia