(ANSA) - ROMA, 17 OTT - "Le ragioni di una spesa
pensionistica elevata - spiega Fava - sono storicamente
riconducibili a un sistema pensionistico in passato generoso,
sia dal punto di vista dei requisiti pensionistici, sia da
quello del metodo di calcolo che, seppur modificato dal 1995,
produce ancora effetti sulla spesa pensionistica in ragione
dello stock di pensioni ancora vigenti liquidate con il metodo
precedente. Nel 2023, l'età effettiva di pensionamento è in
linea con quella degli altri Paesi europei, e solo leggermente
superiore alla media Ue, nonostante in Italia la speranza di
vita sia tra le più alte d'Europa".
Dopo il 2024 la spesa in rapporto al PIL si manterrebbe
sostanzialmente stabile fino al 2026, per poi riprendere ad
aumentare moderatamente superando il 17% nel 2036. Tale dinamica
è essenzialmente dovuta all'incremento del numero di pensioni
come conseguenza dell'uscita dal mondo del lavoro dei nati negli
anni '60-'70 (baby boomers). Successivamente dopo un periodo di
stabilità, la spesa diminuisce gradualmente, tornando a livelli
prossimi al 16% nel 2050 e al di sotto del 14% dal 2059. Tale
dinamica decrescente è determinata dall'applicazione
generalizzata ed a pieno regime del calcolo contributivo
contestualmente all'applicazione dei meccanismi di
stabilizzazione previsti dal sistema pensionistico italiano
(adeguamento automatico dei requisiti minimi di pensionamento e
dei coefficienti di trasformazione in funzione della speranza di
vita), espressamente disegnati per garantire la sostenibilità
finanziaria del sistema e l'adeguatezza delle prestazioni".
(ANSA).