Economia

Spi Cgil, in Veneto pensioni donne più basse di un terzo

L'assegno medio è di 1.937 euro, 2.332 uomini e 1.570 donne

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 15 NOV - In Veneto le pensioni delle donne sono più basse di un terzo rispetto a quelle degli uomini. Il divario di genere trova una delle sue massime espressioni nel gap economico delle donne anziane, la maggior parte delle quali vive da sola.
    Il dato emerge dall'indagine sulle pensioni realizzata dallo Spi Cgil del Veneto in occasione della Giornata per la parità retributiva, istituita dalla Commissione Europea, che si celebra oggi, 15 novembre.
    In regione, secondo l'elaborazione su dati Inps, l'assegno previdenziale medio mensile di un "over 65" è di 1.937 euro lordi, considerando tutte le tipologie di trattamenti previdenziali e assistenziali, tredicesima ed eventuale quattordicesima "spalmate" su 12 mesi. Agli uomini però arrivano pensioni medie di 2.332 euro, mentre le donne percepiscono entrate di poco superiori ai 1.570 euro lordi. Di fatto gli importi destinati ai pensionati sono superiori del 48% rispetto alle pensionate, con una differenza assoluta di quasi 760 euro, un importo superiore al trattamento minimo.
    Molte pensionate, sottolinea lo Spi, scontano le conseguenze di un lavoro part time o precario, senza contare che circa un quinto di loro ha svolto la mansione di casalinga. In più, il numero di pensioni di reversibilità riservato alle donne over 65 è quasi il 90% del totale, per una questione di longevità, e gli assegni ai superstiti sono tendenzialmente molto bassi: in Veneto gli importi medi per la reversibilità ammontano per le pensionate ultra 65enni a meno di 900 euro lordi.
    Sono infine 203.339 i pensionati over 65 che ricevono importi inferiori ai mille euro lordi mensili, un quinto del totale. Fra questi l'80% sono donne.
    A livello provinciale le anziane che percepiscono meno sono quelle in provincia di Treviso (1.527,48 euro lordi mensili), seguite da Vicenza (1.561,10), Rovigo (1.569,09 euro), Verona (1.572,08 euro), Belluno (1.585,94 euro), Venezia (1.590,23 euro) e Padova (1.613,79 euro).
    Per Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil Veneto "servono politiche adeguate anche per scongiurare la dipendenza economica, che si può trasformare in ricatto e sopraffazione da parte dei soggetti maschili. Torniamo a chiedere con forza il riconoscimento del lavoro di cura, perché molte donne hanno svolto e svolgono compiti e mansioni di importanza fondamentale per la famiglia, ma questo sacrificio non è riconosciuto a livello previdenziale". (ANSA).
   

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