(ANSA) - ROMA, 17 DIC - "Un triplo disastro. Per la
fortissima iniquità dell'operazione, per la deludente risposta
dei contribuenti e per il rischio concreto di una voragine nei
conti pubblici.
"Un disastro innanzitutto sul piano dell'equità: il governo,
per raccattare le risorse con cui immaginava di tagliare le
tasse al ceto medio, ha via via allentato tutti i criteri
inizialmente previsti, allargando il concordato a tutti i
contribuenti a prescindere dal loro indice di affidabilità,
prevedendo aliquote super scontate per i redditi incrementali e
addirittura una sanatoria a costo quasi zero per i redditi
2018-2022. Quello che all'inizio era stato presentato come uno
strumento innovativo ispirato ad un approccio collaborativo tra
l'amministrazione e i contribuenti - osserva - è stato
trasformato in una vera e propria svendita di fine stagione per
lo Stato a favore degli evasori e a danno dei contribuenti in
regola, a partire dai tanti lavoratori autonomi e forfettari che
fanno il loro dovere fino in fondo".
"Secondo disastro", elenca Misiani: "il tasso di adesioni,
bassissimo nonostante le condizioni di assoluto favore, la
riapertura in extremis dei termini di adesione fino al 12
dicembre e l'affannosa campagna di comunicazione a colpi di
centinaia di migliaia di messaggi minacciosi ai soggetti
interessati. A conti fatti, hanno aderito 584 mila contribuenti,
il 13 per cento della platea potenziale. Un esito prevedibile,
se pensiamo alla diminuzione dei controlli (che tra il 2022 e il
2023 si sono ridotti dal 5,3 al 4,2 per cento del totale dei
contribuenti ISA) e ai continui messaggi di allentamento della
lotta all'evasione lanciati dal governo di destra sin dal suo
insediamento. Di fatto, ha scelto il concordato preventivo solo
chi ne ha ricavato una convenienza economica diretta, avendo la
certezza di pagare molto meno di quanto avrebbero dovuto secondo
le regole pre vigenti e usufruendo del condono 2018-2022 a
prezzi stracciati. Chi evadeva, continuerà ad evadere, con la
sostanziale certezza di rimanere sostanzialmente indisturbato".
"Terzo disastro, il gettito. Se il governo aveva sperato fino
all'ultimo di ricavare dal concordato le risorse utili per
ridurre l'IRPEF sul ceto medio, questo obiettivo è stato
clamorosamente mancato. Gli incassi sulla carta ammontano a poco
più di 1,5 miliardi in due anni, una cifra nettamente inferiore
alle aspettative, non rappresentano in nessun modo gettito
aggiuntivo e non hanno alcuna natura strutturale. Viceversa, è
assai probabile che il saldo finale dell'operazione sia
fortemente negativo: la tipologia di contribuenti che hanno
aderito - essenzialmente coloro che avrebbero pagato più tasse
senza il concordato - e l'alto rischio di frodi e abusi rende
concreta la prospettiva di una futura voragine nei conti
pubblici. Altro che meno tasse per il ceto medio. Il pericolo è
che a tappare il buco di bilancio provocato dal concordato siano
chiamati i soliti noti, quelli che le tasse le hanno sempre
pagate fino all'ultimo euro. Di fatto - conclude Misiani - il
flop del concordato è evidente e segna il fallimento della
riforma fiscale fortemente voluta dal vice ministro Leo".
(ANSA).