Economia

Cgil e Ires, anche in E-R è emergenza salari e pensioni

Bussandri: 'Preoccupazione per crisi della manifattura'

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 20 DIC - "L'emergenza dei salari e delle pensioni ci è entrata in casa anche in Emilia-Romagna". Non ha dubbi il segretario regionale della Cgil, Massimo Bussandri, che con il presidente di Ires, Giuliano Guidetti, ha illustrato i risultati dell'analisi dell'Osservatorio Ires Emilia-Romagna su benessere, redditi, spesa, diseguaglianze e retribuzioni dei lavoratori dipendenti dei settori privati non agricoli.
    La fotografia che emerge dallo studio non è rassicurante. Nel 2023 in Emilia-Romagna il 6,8% delle famiglie viveva in condizioni di povertà relativa, ovvero con un reddito inferiore alla soglia dei 1.211 euro mensili, contro il 10,6% a livello nazionale. Il dato, tuttavia, è in crescita e il quadro economico è notevolmente mutato, soprattutto a causa della crisi, del Covid, del peggioramento del 2022 e degli alti tassi di inflazione, non compensati dagli aumenti troppo contenuti dei salari. A pesare, soprattutto, i costi legati alla casa: per il 5% delle famiglie questa voce di spesa incide per il 40% del reddito netto, contro 6,6% a livello nazionale.
    Le criticità non si fermano qui. Dilaga anche la precarietà: solo il 50,1% dei lavoratori è impiegato a tempo indeterminato con 52 settimane di contribuzione, mentre il 26,1% ha lavori a tempo determinato o stagionali e il 28,3% ha un part-time. Le donne su base annua guadagnano in media il 68,4% di quanto percepito dagli uomini. I lavoratori di origine straniera nel 43,1% dei casi non raggiungono i 15.000 euro annui di retribuzione. La situazione va meglio nelle province più "forti" come Parma, Modena, Bologna e Reggio Emilia ma non è così a Ferrara e, soprattutto, Rimini, dove uno dei settori trainanti è il turismo e il lavoro è soprattutto precario e part-time.
    Per Bussandri il timore è che "la crisi della manifattura che da noi copre una vasta gamma delle produzioni industriali. ma anche larga parte dei settori manifatturieri artigiani" aggravi ulteriormente la situazione rischiando di "far uscire dalla porta ancor più posti di lavoro stabili e strutturati per fare ulteriore spazio alla povertà lavorativa". (ANSA).
   

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