Economia

Confindustria, il 2025 parte con energia cara e timori dazi (2)

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 GEN - Il centro studi sottolinea come l'aumento del prezzo del gas nelle ultime settimane in Europa abbia spunto alla crescita il prezzo dell'elettricità in Italia.
    Nella borsa elettrica italiana, il Pun a gennaio 2025 è quotato a 139 euro/mwh in media, da 88 a febbraio 2024.

Si tratta dunque di un rincaro pari al +57,9% in circa un anno. Se "si rivelerà persistente, c'è il rischio che salgano in misura marcata i costi sostenuti dalle imprese italiane ed europee per l'energia, intesa come elettricità e gas, petrolio e raffinati (i combustibili). L'impatto maggiore si avrebbe nell'industria, già in difficoltà per altre ragioni, e in particolare sui settori energy intensive (chimica, minerali non metalliferi, metallurgia, carta)".
    Confindustria ricorda infatti come "solo alcune imprese siono protette da contratti di fornitura di medio-lungo termine, che rimandano il rincaro". Per le famiglie, "salirà meccanicamente l'inflazione, a parità di andamento dei prezzi core (cioè al netto di energia e alimentari). L'energia, infatti, conta per il 10% circa nel paniere di beni e servizi con cui si costruisce l'indice dei prezzi (Nic). Quindi, l'impatto aritmetico di un rincaro energetico alla fonte, sulle materie prime, che di solito avviene nel Nic con un ritardo di un mese, è tradizionalmente molto rilevante. Senza considerare eventuali effetti a cascata dei costi energetici nella determinazione di altri prezzi. Una maggiore inflazione, erodendo il reddito reale, potrebbe frenare i consumi.
    Anche per questi motivi il centro studi torna a chiedere rompere la correlazione fra prezzo dell'elettricità e del gas " che è di natura regolamentare, per lasciare che il prezzo elettrico sia basato anche sui costi (minori) della generazione da fonti rinnovabili". (ANSA).
   

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