(ANSA) - ROMA, 30 MAR - Nel 2020 i prezzi di compravendita di
abitazioni hanno fatto segnare un calo nominale tra -0,7% (città
intermedie) e -2,0% (grandi città). Cali alquanto contenuti se
paragonati all'ultima fase riflessiva registrata in Italia
(pre-pandemia), che ha visto flessioni dei pezzi su base annua
del -3,5% nei mercati maggiori e del -2,9% nei mercati
intermedi.
Tuttavia, avverte il think tank bolognese, pur a fronte di un
modesto arretramento non si può "ritenere archiviato il pericolo
di un tracollo di dimensioni più ampie o anche solo del
protrarsi della debolezza congiunturale". Nomisma evidenzia il
fatto che in Italia nel 2020 si siano compravendute 46.241
abitazioni in meno rispetto al 2019 (-7,7% annuo) e 8.866
immobili destinati ad accogliere attività economiche in meno
(-7,6%). "Il calo fatto segnare sul versante delle compravendite
residenziali - si legge nel rapporto - rappresenta un esito
migliore anche delle attese più ottimistiche, a cui ha concorso
il dinamismo registrato fuori dai maggiori centri urbani".
Riguardo le compravendite in ambito residenziale l'entità del
calo su base annua si è attenuata grazie ai mercati di provincia
i quali, nella seconda parte dell'anno, hanno fatto registrare
un aumento tendenziale del 10% (primo semestre -22,2%
tendenziale). Anche il mercato non residenziale ha visto una
performance meno negativa (-8,3% tendenziale) nella seconda
parte dell'anno rispetto alla prima (-25,1%). Importante
attivatore di mercato, nel segmento degli immobili per
l'impresa, è risultato essere il settore dei magazzini, che ha
fatto segnare, nel secondo semestre 2020, un incremento di 5.265
unità rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente. Da
solo rappresenta oltre il 50% del mercato non residenziale al
dettaglio. Sono invece 5.236 le transazioni di spazi per il
commercio effettuate in meno nel 2020, perlopiù riconducibili al
primo semestre dell'anno. Alla domanda "nel corso del 2021 il
mercato delle compravendite recupererà i livelli di attività
persi nel 2020", il 49,8% dei rispondenti ritiene che ciò si
verificherà, improbabile per il 50,2%. L'incertezza su come si
modificheranno i prezzi nel corso dell'anno, a giudizio degli
operatori, spinge l'offerta a rimanere sul mercato (90%) e a
rivedere al ribasso i prezzi richiesti (75%). In Italia si
conferma come l'acquisto della casa sia legato a logiche di
stabilità familiare: il 78% delle famiglie risultano
proprietarie immobiliari; la percentuale scende al 65% se si
considerano i non coniugati o conviventi, mentre si attesta su
valori più elevati (82%) tra chi è sposato o convive
stabilmente. (ANSA).
Immobili: Nomisma, nel 2020 calo prezzi case tra -0,7% e -2%
Ma resta pericolo di tracollo o di debolezza congiunturale