(ANSA) - ROMA, 07 MAR - Nella nostra Penisola si osserva un
"apprezzabile" incremento della quota di donne iscritte all'Albo
degli ingegneri: erano, infatti, il 9% del totale nel 2007, a
fronte del 17% attuale, ma per la categoria tecnica al femminile
vi sono i medesimi "differenziali salariali di genere, presenti
in tutti i settori e a tutti i livelli". Lo segnala lo stesso
Consiglio nazionale, specificando che, "nell'ambito del lavoro
professionale il dato è eclatante: dagli ultimi disponibili,
risalenti al 2021, tra gli ingegneri iscritti ad Inarcassa
(l'Ente previdenziale degli architetti e degli ingegneri, che
assicura esclusivamente chi esercita l'attività autonomamente,
ndr), gli uomini registrano un reddito medio di 44.
Quanto, invece, agli architetti iscritti alla Cassa
pensionistica presieduta da Giuseppe Santoro, "registrano un
reddito medio annuo di 33.525 euro a fronte dei 20.748 euro
delle colleghe, con un divario pari al 38%". Il Consiglio
nazionale degli ingegneri rammenta, inoltre, che "il 'gender
paygap' di tutti i liberi professionisti iscritti alle Casse
private si attesta attualmente, secondo i dati dell'Adepp
(l'associazione che le riunisce), al 44%".
Secondo il presidente degli ingegneri italiani Angelo Domenico
Perrini, "le laureate in Ingegneria sono oggi poco più del 30%
del totale a fronte di poco più del 20% di venti anni fa",
aggiungendo che per la parità dei diritti servirebbero "migliori
incentivi e servizi soprattutto per le famiglie e per le donne
più giovani, che dovrebbero poter condividere le attività
relative alle cure parentali. Da questo punto di vista, anche le
Casse di previdenza private potrebbero essere maggiormente
protagoniste di una stagione che sostenga le nuove generazioni
di donne lavoratrici", chiosa. (ANSA).
Ingegneri, il 17% è donna e il divario reddituale è del 48%
Perrini: 'Le laureate sono oggi poco più del 30%'