(ANSA) - PERUGIA, 08 DIC - Sarà un anno da dimenticare, in
media, il 2023 per i produttori umbri di olio che hanno
registrato una produzione in calo del 50-60% rispetto all'anno
precedente, circa il doppio di quanto si stimava due mesi fa, in
occasione del bilancio della campagna vino. Invece sono state
doppiate le previsioni negative a differenza di quanto avviene
in altre regioni italiane dove, invece, i dati della produzione
sono buoni (lì la campagna olearia spesso è ancora in corso come
in Campania, Sicilia, Puglia e non ci sono quindi dati
definitivi), mentre molto male sono andate le Marche e male la
Toscana.
Secondo quanto reso noto dalla Camera di commercio
dell'Umbria a provocare il crollo nella regione sono state le
forti piogge in fase di fioritura, l'attacco della mosca
dell'olivo (considerata l'avversità più grave a carico della
pianta) e, nell'ultima fase, la siccità e quindi la mancanza
d'acqua nelle zone sprovviste di impianto d'irrigazione.
La qualità dell'olio prodotto in Umbria è comunque buona e i
prezzi medi, come emerge dal listino borsa merci di Perugia
della Camera di commercio, sono in aumento del 17-18% rispetto
al 2022 e del 35% rispetto al 2021 per le piccole partite non
confezionate acquistate direttamente al frantoio (prezzo medio
2023 13,5 euro, 2022 11,5 e 2021 dieci euro al chilo).
Percentuali del prezzo definite in crescita, "ma
assolutamente incapaci di fare fronte alla voragine della
produzione, come detto tra il -50 e il -60 percento". Senza
contare il forte aumento dei costi, nell'ordine del 30%, che dal
2021 ad oggi i produttori hanno dovuto subire.
Il listino della borsa merci di Perugia, per l'ultima
settimana di novembre, vede infatti, per le piccole partite non
confezionate, un prezzo che va da un minimo di 13 a un massimo
di 14 euro al chilo (nello stesso periodo dello scorso anno la
forchetta era invece di 11-12 euro e nel 2021 di 9-11 euro).
Per quanto riguarda invece le vendite di grandi partite di
olio extravergine d'oliva, anche in questo caso acquistate
direttamente al frantoio (senza confezione), il prezzo medio al
kg è di 12,5 euro (forchetta 12-13 euro), in crescita di circa
il 32% sul 2022, quando il prezzo medio era 9,5 euro al chilo e
la forchetta 9-10 euro.
Sempre in base a quanto riferito dalla Camera di commercio
in un comunicato, la produzione olivicola umbra nel 2023 scende
tra 1.514 e 2mila 108 tonnellate (i conti definitivi non sono
stati ancora tirati) rispetto alle 4 mila 36 tonnellate del
2022, che comunque erano già lontane dalle 5 mila 96 della media
2018-2021. In sostanza, nel 2023 la produzione olivicola umbra
ha perso, nel 2023 rispetto al 2022, tra 1.928 e 2 mila 522
tonnellate.
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi
7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30 mila ettari.
La Dop dell'olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel
1997, è estesa all'intero territorio regionale, che è stato
suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli
Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani).
"Le cose non sono andate certo bene, nel 2023 - sottolinea
Bruno Diano, presidente della Borsa merci della Camera di
commercio -, per la produzione olivicola in Umbria. Purtroppo,
la realtà è stata peggiore delle stime, che parlavano di un -30%
circa. Allargando lo sguardo a livello nazionale, l'Italia
comunque non rischia di subire carenze di prodotto italiano
perché la produzione sta andando bene, talvolta molto bene,
nelle regioni del Mezzogiorno, compensando così i vuoti creati
dalle regioni in flessione. Tornando all'Umbria, nonostante ci
sia stato qualche attacco di mosca la qualità è buona e i prezzi
marcano un aumento, che però non compensa assolutamente le
perdite subite sul fronte della quantità prodotta".
Francesco Martella, agronomo, membro della deputazione della
Borsa merci di Perugia ha rilevato che "la perdita del 50-60%
della produzione di olio extravergine d'oliva è il frutto di una
serie di cause avverse". "La fase di fioritura - ha sostenuto -
è stata caratterizzata da forti piogge che hanno provocato forti
danni all'allegagione, qualche attacco di mosca e, nella fase
finale, il colpo di grazia assestato dalla siccità e quindi
dalla mancanza d'acqua in quelle realtà sprovviste di impianto
d'irrigazione. Il risultato di queste condizioni è stato,
purtroppo, assai pesante. Quanto alla qualità, è
complessivamente buona. Per maggiore precisione, nelle prime
olive raccolte la qualità è stata decisamente buona, mentre per
le olive tardive risulta un pò scesa". (ANSA).
In Umbria la produzione di olio scende del 40-60 per cento
Per la Camera di commercio qualità buona e prezzi in aumento