(ANSA) - PERUGIA, 14 SET - Nel decennio 2014-2024 Il settore
manifatturiero umbro s'è fatto più piccolo in termini di imprese
e anche di addetti ma è più solido, ha dimostrato resilienza e
capacità competitive. Il quadro è delineato in un report della
Camera di commercio dell'Umbria.
Il numero delle imprese tra il 2014 e il 2024 è sceso da 7
mila 960 a 6mila 953, con un calo del 12,7%. La flessione - si
legge in una nota della Camera di commercio - è stata più forte
in provincia di Terni (-14,7%, da 1.532 a 1.307) rispetto a
quella di Perugia (-12,2%, da 6mila 428 a 5mila 646).
Calo, anche se meno marcato, per gli addetti (sia familiari
che dipendenti) delle imprese manifatturiere umbre, che scendono
del 5,3% (da 71mila 055 del II trimestre 2014 a 67mila 298 dello
stesso periodo 2024), con il picco di -10,7% in provincia di
Terni.
Aumenta la dimensione medie delle aziende, che ora tocca i
9,7 addetti per impresa contro gli 8,9 del 2014 , e il settore
mette a segno un "eccezionale bilancio" 2023, con quelle
manifatturiere di capitali che presentano un valore della
produzione per azienda di capitali del 31,9% e una salita del
valore aggiunto del 24%.
Più che raddoppiati in un anno gli interessi bancari pagati
agli istituti di credito.
Secondo il report, invece, "notte fonda" per le imprese
manifatturiere giovanili.
"Vedo il bicchiere mezzo pieno sul report dell'Ente camerale
umbro sull'andamento del settore manifatturiero nell'ultimo
decennio" ha detto Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di
commercio dell'Umbria. "L'aumento delle dimensioni aziendali
medie nel manifatturiero - ha aggiunto - accorcia un po' il
divario che l'Umbria patisce nei confronti della media nazionale
e testimonia, insieme ad altri elementi come i dati di bilancio,
quasi eccezionali nel 2023, almeno per quanto riguarda le
aziende manifatturiere di capitali, che la manifattura umbra è
più solida e ha dimostrato resilienza in questi anni difficili,
mettendosi in condizione di intercettare il forte rimbalzo
post-Covid del 2022 e 2023. Purtroppo, nel decennio sono rimaste
sul campo oltre mille aziende manifatturiere, le più fragili,
che non ce l'hanno fatta a mettersi in sicurezza. E questo è il
bicchiere mezzo vuoto. Il tributo non è stato lieve, se si pensa
che tra il 2014 e il 2024 la contrazione del numero delle
imprese è stata del 12,7%, con la punta del -14,7% in provincia
di Terni. Una lezione che dobbiamo comprendere bene, perché le
imprese umbre della manifattura, come quelle degli altri
settori, saranno competitive, sia sul mercato interno che su
quelli esteri, se accetteranno in pieno le sfide della
transizione digitale ed ecologica che, lo voglio rimarcare
ancora una volta, rappresentano i capisaldi delle scelte
strategie della Camera di commercio dell'Umbria, che porta
avanti questa posizione con innumerevoli iniziative, anche di
mobilitazione, informazione, formazione e partecipazione, oltre
che di incentivi. E lo fa in sinergia con le associazioni di
categoria e le altre istituzioni, perché solo quando si è
insieme, quando si fa massa critica e si hanno obiettivi
condivisi, si possono produrre risultati concreti. Il futuro
prossimo le imprese dell'Umbria lo costruiscono oggi, e i tempi
sono brevi. Ci vogliono impegno, convinzione, investimenti. Chi
si attarda corre un grosso rischio. Come affermava un famoso
economista, nessun pasto è gratis".
In base al report nel decennio 2014-2024 appare più solido
il sistema manifatturiero umbro, che ha aumentato le dimensioni
medie aziendali (da 8,9 addetti per impresa a 9,7) e che nel
2023 ha messo a segno un risultato operativo record di 228mila
113 euro per impresa manifatturiera di capitali e un utile netto
per impresa (sempre di capitali) di 162mila 611 euro. Ma, se si
guarda agli ultimi cinque anni (2019-2023), in Umbria il settore
manifatturiero in termini percentuali performa meno del
complesso del sistema economico regionale; ad esempio, il
risultato operativo per impresa di capitali è cresciuto in
Umbria, nel quinquennio, del 42,4% nel settore manifatturiero e
del 65,4% nel complesso del sistema economico regionale. E lo
stesso accade per il valore della produzione per impresa di
capitali e per il valore aggiunto.
"Perfetto", poi, l'equilibrio nel manifatturiero umbro tra
andamento del costo del lavoro e per addetto quello della
produttività, a differenza del complesso delle imprese umbre
dove c'è uno squilibrio a sfavore dei lavoratori dipendenti e
affini (+24,8% la produttività per addetto, +9,6% il costo del
lavoro). Il valore aggiunto per impresa di capitali della
manifattura umbra che, benché sia cresciuto meno rispetto
all'intero sistema delle imprese di capitali resta, con 2,09
milioni di euro per impresa, molto più alto degli 850mila 075
euro della media regionale di tutti i settori economici.
Nel decennio 2014-2024 calo sia del numero che degli addetti
del settore manifatturiero regionale, che comunque assorbe
ancora il 25,1% di tutte le imprese umbre attive.
Nell'ultimo decennio sono scomparse nella regione 1.007
imprese manifatturiere, passando dalle 7mila 960 del secondo
trimestre 2014 alle 6mila 953 del 2024, con il calo del 12,7%.
La flessione è stata più forte in provincia di Terni (-14,7%)
rispetto a quella di Perugia (-12,2%).
Calo, anche se assai meno marcato, per gli addetti (sia
familiari che dipendenti) delle imprese manifatturiere umbre,
che scendono del 5,3%. Anche in questo caso, l'arretramento è
molto più forte in provincia di Terni (-14,7%) che in quella di
Perugia, dove la flessione degli addetti è del 4%.
Le imprese manifatturiere giovanili - ossia quelle in cui la
proprietà è in prevalenza di persone di età inferiore ai 35 anni
- nella regione sono scese dalle 518 del secondo trimestre 2014
alle 282 dello stesso trimestre 2024. Si tratta di quasi un
dimezzamento. (ANSA).
Manifatturiero umbro 'più piccolo' ma è 'più solido'
Il quadro nel report della Camera di commercio