(ANSA) - CAGLIARI, 08 MAG - Il tempo è scaduto: Fiom Cgil,
Fsm Cisl, Uilm e Cub della Sardegna sud-Occidentale
Sulcis-Iglesiente sono pronti a riprendere la mobilitazione dei
lavoratori della Sider Alloys. Fermo al palo il revamping della
sala elettrolisi, a causa del mancato arrivo di pezzi dalla
Cina, e con la metà degli 86 operai in servizio in cassa
integrazione ordinaria (a rotazione), i sindacati sono già sul
piede di guerra.
"Il bilancio dell'ultimo anno sul rilancio dello stabilimento
di alluminio primario è il peggiore dal momento
dell'acquisizione del 2018, subito un cambio di rotta - scrivono
in una nota - Dal 2012 in Italia, non si produce più alluminio
primario. In questi lunghi anni i vari governi hanno dichiarato
strategico l'alluminio, ma non sono stati in grado di perseguire
il vero rilancio delle produzioni. In questi anni l'alluminio
non ha mai conosciuto crisi di mercato, anzi, la richiesta
interna è sempre aumentata, di conseguenza, come in tanti altri
campi, abbiamo smesso di produrre un bene, per affidarci
totalmente al mercato esterno. Nel 2018 la ex Alcoa, dopo
innumerevoli battaglie dei lavoratori, che mai, si sono voluti
arrendere allo smantellamento dello stabilimento, veniva ceduto
all'attuale proprietà: la SiderAlloys; quest'ultima, pur con
tutte le difficoltà affrontate (pandemia, autorizzazioni
ambientali, costo energetico, scoppio della guerra che hanno in
qualche modo giustificato le tante modifiche dei piani
Industriali presentati), hanno avuto comunque una
caratteristica: lentamente la forza lavoro in fabbrica
aumentava. Nell'ultimo periodo c'è però stato un pericoloso
cambio di passo, alla quale occorre porre rimedio, subito"
Negli ultimi sei mesi, secondo i sindacati, non sono stati
riconfermati i contratti in scadenza, alcune aziende in appalto
sono andate via e infine si è fatto ricorso alla
cig. (ANSA).
Sider Alloys, verso nuova mobilitazione 'subito tavolo al Mimit'
Fiom-Fsm -Uilm-Cub, 'ora serve un cambio di rotta'