(ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Ho visto tanti bambini morti sotto
le macerie, i corpi coperti di sangue. Altri portati in braccio
dalle loro madri che chiedevano aiuto.
"Non riesco a togliermi dalla mente quel che i miei occhi
hanno visto - aggiunge - intere famiglie distrutte, piccoli
senza più genitori, bombe che cadono su zone che chiamano
sicure, ma che sicure non sono perché di zone sicure
semplicemente non ne esistono".
La situazione a Rafah è "peggio di quella che viene vista da
fuori. Ogni giorno ci diciamo: non può essere peggio di ieri, e
invece lo è. Lavoro con Unicef da dodici anni e non ho mai visto
nulla del genere, neanche in posti come come l'Afghanistan o
Haiti. Colleghi che lavorano in aree di crisi da 30-35 anni, che
sono stati nei luoghi delle più drammatiche catastrofi, tutti,
tutti, dicono di non aver visto nulla del genere, con questa
scala, per questa lunghezza. Abbiamo bisogno che la gente
capisca: abbiamo davvero bisogno di evitare un attacco finale a
Rafah perché le conseguenze sarebbero incalcolabili".
"Manca strutturalmente il cibo, l'acqua era già poca - spiega
ancora - e ora per i profughi che sono costretti a spostarsi da
Rafah è anche meno. E manca anche il carburante" che serve "per
i generatori degli ospedali".
I profughi che hanno cercato rifugio a Rafah "sono in
perenne, disperato movimento, 840 mila persone l'hanno fatto. Ha
idea di quante sono? Non c'è spazio per le tende. E dove
arrivano piantano le tende letteralmente sui resti polverizzati
delle aree abitate. Questa gente ha gli occhi solo per
piangere". (ANSA).
==Funzionario Unicef, 'Gaza è il cimitero dei bambini'
'La situazione peggiore mai vista, la gente deve saperlo'